È un intervento chirurgico di importanza eccezionale quello eseguito, all’ospedale Santobono-Pausilipon, dal personale dell’Unità di chirurgia protesica della sordità infantile. L’equipe medica diretta dal dottor Antonio Della Volpe ha, infatti, donato l’udito a una bambina affetta da una grave malformazione congenita, grazie alla ricostruzione in 3D dell’osso temporale. Una tecnica assolutamente innovativa, che è stata utilizzata per la prima volta in Italia. La piccola paziente era affetta da Atresia Auris, una malformazione congenita che determina l’assenza del padiglione auricolare, del condotto uditivo esterno e dell’orecchio medio, e presentava un grave deficit uditivo e, quindi, seri problemi di apprendimento scolastico. “Con l’utilizzo di moderni software di elaborazione di immagine – si legge nella nota pubblicata sul sito dell’ospedale napoletano – è stato prodotto, a partire dall’esame TC, un modello digitale 3D della zona di interesse sul quale è stato effettuato un vero e proprio planning chirurgico pre-operatorio grazie al quale è stato possibile visualizzare più accuratamente l’anatomia del paziente e stabilire la strategia operatoria con estrema precisione. Infine, è stata realizzato mediante stampa 3D un modello anatomico della struttura di interesse estremamente accurato e realistico, di modo da aumentare la capacità di comprensione del caso specifico da affrontare”. Alla base del successo dell’operazione, c’è la stretta collaborazione tra le diverse figure professionali della struttura ospedaliera come il dottor Covelli, chirurgo e neuroradiologo, e l’ingegnere biomedico Iuppariello, che ha permesso la realizzazione del modello in 3D e, quindi, la corretta esecuzione dell’intervento di ricostruzione.
Un altro successo in campo medico è arrivato, sempre a Napoli, dall’ospedale Cardarelli. Patrizia, 34 anni, malata di tumore al seno, sta concludendo l’ultima chemioterapia ed è in procinto di iniziare la radioterapia. La storia della sua malattia si intreccia a quella della nascita di suo figlio Federico. Un anno fa, quando era al quinto mese di gestazione, Patrizia ha ricevuto la terribile diagnosi, che l’ha messa davanti alla scelta di rimandare le cure per non mettere in discussione la gravidanza. Seguita scrupolosamente, da quel momento in poi, dalla breast unit del Cardarelli, Patrizia ha dato alla luce Federico a settembre, dopo essersi sottoposta a quattro cicli di chemioterapia. A seguito della nascita del figlio, nato completamente sano, i medici del Cardarelli hanno dato il via al percorso che ha portato, lo scorso gennaio, a un intervento chirurgico che ha ottenuto i risultati sperati.
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