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Napoli: è finale!

La squadra di Gattuso pareggia 1-1 con l'Inter al San Paolo nel ritorno delle semifinali e si giocherà la Coppa Italia mercoledì sera a Roma contro la Juventus. Decisivi Ospina e Mertens, che diventa il più prolifico marcatore della storia azzurra

Diego Del Pozzo di Diego Del Pozzo
13 Giugno 2020
in Sport
finale

In uno stadio San Paolo deserto come da precetti del calcio post-Covid, il Napoli riesce a conquistare l’accesso alla finale di Coppa Italia pareggiando 1-1 contro l’Inter al termine di un match che s’era messo subito male, ma che i partenopei hanno saputo riequilibrare con personalità e determinazione. Gli azzurri, in pratica, si qualificano grazie alla vittoria in trasferta dell’andata a San Siro (0-1, con gol di Fabian Ruiz). La serata della squadra partenopea resterà negli annali, però, anche per il record di Dries Mertens, che grazie alla decisiva rete del pareggio, segnata nel finale del primo tempo, supera Marek Hamsik e diventa il più prolifico marcatore della storia del Napoli, con 122 gol segnati nel corso della sua permanenza all’ombra del Vesuvio (destinata a prolungarsi per altri due anni).

Nonostante l’assenza di pubblico, a Fuorigrotta si respira una grande emozione al momento del minuto di silenzio introduttivo, in omaggio agli infermieri, ai medici e agli operatori sanitari che in questi mesi hanno lottato contro il Coronavirus. Particolarmente commosso appare in panchina il tecnico azzurro Rino Gattuso, che certamente avrà rivolto in quegli istanti un pensiero alla sorella Francesca, scomparsa nei giorni scorsi. Rispetto alle previsioni della vigilia, l’allenatore di origini calabresi inserisce Hysaj in difesa sulla fascia sinistra al posto di Mario Rui ed Elmas a centrocampo in luogo di Fabian Ruiz. Nell’Inter, invece, scendono in campo gli undici uomini pronosticati in questi giorni, col danese Eriksen come trequartista dietro la coppia d’attacco Lukaku-Lautaro.

Pronti, via e Inter subito in vantaggio, grazie a una velenosa parabola di Eriksen direttamente da calcio d’angolo, con papera decisiva del portiere azzurro Ospina, forse ingannato da un mancato intervento di testa di Di Lorenzo sul primo palo. Da quel momento, la partita si mette sui binari più congeniali alla squadra di Conte, bassa nel baricentro, ma estremamente grintosa e compatta e sempre pronta a ripartire in contropiede. In particolare, fa danni sulla fascia destra un Candreva in ottima forma, mai fermato dall’albanese Hysaj in chiara difficoltà. Gli azzurri dovrebbero fare il match, ma appaiono spaesati nel deserto del loro impianto vuoto. Al diciannovesimo minuto, c’è un primo tentativo di Mertens, su punizione fermata dalla barriera, mentre invece al trentaduesimo Ospina si riscatta con una gran parata su colpo di testa di Lukaku. Subito dopo, l’arbitro Rocchi grazia Ashley Young già ammonito e responsabile di un brutto fallo che avrebbe meritato probabilmente il secondo cartellino giallo. Sono scoppiettanti gli ultimi dieci minuti del primo tempo, quando l’estremo difensore colombiano Ospina diventa grande protagonista, prima salvando la sua squadra per la seconda volta su un violento tiro di Candreva da dentro l’area e poco dopo lanciando con un calcio lungo e preciso Insigne in contropiede, con l’Inter tutta sbilanciata in avanti. Notevole l’intuizione del portiere, ma grande giocata anche del capitano azzurro, che resiste al ritorno di un avversario e poi serve un assist al bacio a centro area per Mertens, che sopraggiunge di corsa e batte a rete con freddezza mandando il pallone alle spalle di Handanovic, mettendo così a segno al quarantunesimo minuto il gol numero 122 della sua storia azzurra e diventando il più prolifico marcatore del Napoli davanti a Marek Hamsik. Con l’1-1 dell’intervallo sono gli azzurri a qualificarsi per la finale di Roma.

Cambia il film della partita nel secondo tempo, sia per l’inizio tambureggiante dell’Inter, alla ricerca del gol della qualificazione, sia perché dopo i primi minuti di sbandamento è invece il Napoli a giocare con maggior ordine e sicurezza, prendendo in mano la partita e mantenendosi stabilmente nella metà campo avversaria. Al cinquantaduesimo arriva anche la prima occasione della ripresa, con Insigne che incrocia molto bene rasoterra sul secondo palo dall’interno dell’area, anche se il pallone termina di pochissimo a lato. Il Napoli adesso appare più sicuro di sé, la palla scorre in maniera più fluida e il gioco si sviluppa con un ritmo maggiore rispetto alla prima metà del match. Dall’altra parte, invece, appare evidente il calo atletico dei nerazzurri. Al cinquantasettesimo minuto, brutta palla persa da Zielinski a centrocampo e tiro teso e preciso di Eriksen dalla distanza, con Ospina che ancora una volta para sicuro e Gattuso infuriato nei confronti del suo centrocampista. Ma la trama del match adesso è molto chiara, col Napoli che sembra salire anche di condizione, mentre l’Inter continua a sembrare un po’ stanca man mano che scorrono i minuti.

Veloce ripartenza azzurra al sessantatreeesimo, con Mertens e Insigne che si incrociano tra loro e il capitano che conclude però debolmente verso la porta avversaria. Due minuti dopo, Gattuso effettua i primi cambi, con Fabian Ruiz (buono il suo impatto) inserito per rilevare uno spento Elmas e Callejòn al posto di Politano, assente ingiustificato fino a quel momento. Col passare dei minuti, il ritmo della gara cala, com’era prevedibile, a causa del lungo stop e della condizione ancora non ottimale delle due squadre. Il gioco si fa più spezzettato e meno fluido. Triplo cambio per l’Inter al settantunesimo, con Moses che rileva uno stremato Candreva, Sanchez al posto di Lautaro e Biraghi per Young. Al settantaquattresimo, invece, è Milik a sostituire uno stanco Mertens e a dare maggior peso all’attacco azzurro. Pericolosa l’Inter un minuto dopo, con un bel tiro in diagonale del neo-entrato Sanchez, inseritosi all’improvviso tra le maglie della difesa azzurra. Di nuovo Ospina, quindi, sugli scudi al settantaseiesimo, quando respinge un forte calcio di punizione dalla distanza di Eriksen. Il Napoli non sfrutta al meglio un paio di ripartenze potenzialmente molto pericolose, ma è l’Inter a nove minuti dal novantesimo a rendersi pericolosissima e a costringere Ospina all’ennesima grande parata della sua partita: grande riflesso del portiere colombiano, infatti, sul tiro a botta sicura del solito Eriksen da centro area, con Moses che poi sulla ribattuta calcia alto da favorevole posizione. All’ottantatreesimo, quindi, colpo di testa alto di Lukaku da buona posizione su cross dalla sinistra e subito dopo Gattuso sostituisce uno stanco Zielinski con Allan e inserisce anche Younes per dare riposo a capitan Insigne, a sua volta stanchissimo per il gran lavoro svolto.

Nei minuti finali, poi, è Conte a inserire Ranocchia per De Vrij e Sensi per Eriksen. Le due squadre ormai sono sulle gambe, con l’Inter che tenta di produrre il forcing finale e il Napoli compatto a difendere il prezioso pareggio. Nel finale di match, si distingue Maksimovic, che giganteggia sulle palle alte crossate con continuità dall’Inter all’interno dell’area azzurra. La stanchezza si fa sentire per tutti i protagonisti in campo, costretti a fare i conti con i crampi e con la disabitudine al ritmo gara. Il Napoli, comunque, controlla fino al fischio finale di Rocchi, giunto dopo cinque minuti di recupero a sancire il meritato accesso degli uomini di Gattuso alla finale di Roma, grazie alla vittoria in trasferta dell’andata. Il migliore tra i partenopei, nonostante la papera iniziale, è il portiere David Ospina, con menzioni particolari, però, anche per un ottimo Maksimovic e per i due piccoletti dell’attacco azzurro: Insigne e, soprattutto, il risolutivo Dries Mertens.

Quella di Roma contro la Juventus di Maurizio Sarri e Cristiano Ronaldo, mercoledì sera alle 21 allo stadio Olimpico, sarà la decima volta che il Napoli sarà impegnato nell’atto finale del secondo torneo calcistico nazionale, su un totale di settanta partecipazioni. Nel corso della loro storia, gli azzurri hanno conquistato la Coppa Italia per cinque volte: nel 1961-1962, 1975-1976, 1986-1987, 2011-2012 e 2013-2014, le ultime due nella nuova veste societaria seguita al fallimento e alla ripartenza dopo l’acquisto della società da parte di Aurelio De Laurentiis. In altre quattro occasioni, invece, i partenopei sono stati sconfitti in finale: nel 1971-1972, 1977-1978, 1988-1989 e 1996-1997.

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Tags: Napoli
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