Victor Osimhen ancora una volta balza agli onori della cronaca per la sua grande generosità. Il centravanti nigeriano del Napoli, infatti, ha ricevuto sul suo profilo Twitter una richiesta d’aiuto, un 13enne, gli scrive in inglese e gli dice che ha bisogno di settemila “naira” per le medicazioni di sua madre, Il centravanti nigeriano dopo una decina di minuti gli risponde: «Metti i tuoi dati sotto questo tweet». È posta poi una emoticon con le mani giunte in segno di preghiera.
Osimhen, a Napoli è un idolo, tutti gli vogliono bene anche perché conoscono il suo passato: ha perso la mamma quando aveva 6 anni, la sua immagine del profilo di Instagram è proprio un volto di lei, a cui dedica tutto ciò che fa in campo. Poi ha dovuto dire addio anche al papà e per crescere fratelli e sorelle vendeva acqua per strada o tagliava l’erba di alcune case. Da bambino per giocare a calcio cercava le scarpe in una discarica in Nigeria.
Il suo è un riscatto, sociale e di vita. Ma anche sacrifici e tenacia. «Vengo da dove non c’è speranza», ha detto in un’intervista.
Intorno ai calciatori c’è spesso un vero e proprio tiro al piattello. Basta un gol sbagliato, l’errore di un difensore o la papera di un portiere per generare una tempesta mediatica. Ma allo stesso modo, i giocatori andrebbero elogiati quando fanno qualcosa di davvero bello. Anche perché le buone azioni non si catalogano solo su un campo di calcio.
