Sabato pomeriggio le ragazze di Prime Minister Napoli, scuola di formazione politica per giovani donne, discuteranno in un incontro online con il deputato Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omotransfobia, sulla necessità e l’utilità di dibattere su una norma che metta un freno agli episodi di violenza e disparità di genere che si verificano quotidianamente in Italia. Già nella precedente edizione del corso di formazione, le studentesse avevano affrontato questioni di grande attualità sociale e politica ruotanti attorno ai temi inerenti alle discriminazioni legate al genere e all’orientamento sessuale. Per questo motivo, la scuola ha deciso di intraprendere un confronto con quegli esponenti politici che si sono contraddistinti nel portare avanti fondamentali battaglie di civiltà: la “legge Zan” si inserisce a pieno titolo all’interno del solco dell’allargamento della sfera dei diritti civili.
All’indomani degli ultimi avvenimenti di cronaca che hanno scosso l’opinione pubblica, tra cui l’aggressione omofoba consumatasi nella metropolitana della Capitale ai danni di due ragazzi “colpevoli” di essersi scambiati un bacio, è ancora più evidente l’importanza di intervenire affinché siano garantite maggiori tutele alle persone appartenenti alla comunità Lgbtqi+, vittime di violenze ingiustificate all’interno di un contesto sociale spess carico di odio e intolleranza. La “legge Zan” nasce infatti con l’obiettivo di proteggere le persone omosessuali, le donne e i disabili dai reati cosiddetti d’odio, ossia dall’istigazione a commettere atti violenti e discriminatori in virtù dell’appartenenza a un determinato genere o a una categoria sociale. Il 4 novembre scorso la Camera ha approvato il disegno di legge ma ad oggi, alla vigilia del suo passaggio in Senato, il provvedimento rischia di rimanere impantanato tra gli scranni parlamentari a causa dell’ostruzionismo della Lega, partner dell’attuale maggioranza di governo.
L’esperienza di Prime Minister prende il via dall’esigenza di affrontare, da un punto di vista prettamente femminile, i temi salienti del dibattito pubblico globale e nazionale, rappresentando al tempo stesso un punto di riferimento e uno spazio di emancipazione e di inclusione in grado di superare gli ostacoli ideologici e di colmare i gap culturali che le donne devono affrontare. Tale progetto educativo si propone di riempire questo vuoto. ponendosi come luogo di formazione e incubatore di una nuova leadership femminile, capace di interpretare e dare una risposta al bisogno di cambiamento della società.
La scuola partenopea, la cui seconda edizione ha preso avvio il 24 ottobre scorso, coinvolge venticinque studentesse provenienti da ogni angolo della regione, che studiano e sviluppano progetti di cittadinanza attiva sulle tematiche da loro proposte tra cui la legalità, l’identità culturale e di genere e temi riguardanti i luoghi di incontro, di crescita e di aggregazione giovanile. Un sabato di ogni mese, fino a luglio, le partecipanti sono chiamate a esprimere al meglio il proprio potenziale, maturando un approccio consapevole del proprio “essere donne”, in ogni ambito della propria vita privata e sociale. Le difficoltà legate all’emergenza epidemiologica non hanno fermato la scuola i cui incontri sono continuati online in modalità streaming.
Tante sono le testimonial femminili e non che hanno contribuito e che continuano a contribuire con la propria esperienza e professionalità alla crescita della scuola di formazione. Tra queste ci sono Claudia Segre, presidente della Global Thinking Foundation; Maura Gancitano, scrittrice, blogger, filosofa e fondatrice della casa editrice Tlon; Michela Guerra,fondatrice del blog SpaghettiPolitics; Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e Federica Battafarano, assessora alla Cultura del Comune di Cerveteri; Giusy Sica,fondatrice del think-thank Re-Generation Youth; Emiliana Mellone, fondatrice di Cleanap e Rosanna Laudanno, consigliera della seconda municipalità di Napoli. La scuola coinvolge circa cinquecento ragazze provenienti da ogni parte d’Italia ed è nata grazie alla collaborazione tra Movimenta, associazione femminista, ecologista e progressista, e il progetto Farm Cultural Park. Le co-fondatrici sono Angela Laurenza,Florinda Saieva, Eva Vittoria Cammerinoe Denise Di Dio. L’edizione partenopea conta della collaborazione del collettivo Scostumat* e di un team di volontari che condividono i valori e la missione della scuola.
“Il sistema politico italiano – dichiara Angela Laurenza, ingegnera, attivista, co-fondatrice della scuola nonché coordinatrice della sede partenopea – ha ancora una volta perso l’occasione di dare uno sguardo più profondo e inclusivo alla politica.Le donne – prosegue – sonoancora una presenza rara nella politica, ciò riflette un grande dislivello espresso in più settori della vita pubblica in materia di parità di genere. Le donne sono poche e sono ben lontane dai ruoli di vertice. Tale divario, che porta l’Italia al settantaseiesimo posto nella classifica mondiale sulle disparità di genere, tiene le donne in disparte, fuori dagli spazi decisionali, limitando e reprimendo le loro capacità e potenzialità. Prime Minister vuole essere uno strumento valido per il superamento di queste contraddizioni, con lo scopo di dare spazio a tutte quelle giovani donne che si occuperanno di restituirci un Paese più giusto ed eguale. Vogliamo dunque formare – conclude – giovani donne capaci di leggere la realtà, di ripensarla e di cambiarla. Le leader del futuro partono da qui”.
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