Forte agitazione e clima di protesta a Napoli da parte del personale del 118. I motivi vengono spiegati dalle organizzazioni sindacali di categoria, che evidenziano come i loro colleghi dell’emergenza territoriale convenzionata, a dispetto del grande impegno assistenziale svolto, ora più che mai a causa della pandemia da Covid-19 stanno vedendo realizzarsi un’incredibile ingiustizia da parte della Regione nei loro confronti, con una pesante decurtazione stipendiale di circa 850 euro mensili e con richieste di restituzioni anche di 90.000 euro e più, con ulteriore decurtazione mensile legata alla trattenuta del quinto di uno stipendio già esiguo per i tagli operati dalle aziende.
Le suddette somme derivano dal patto che il personale del 118 fece con la Regione nel 1999, accettando di collaborare per consentire l’istituzione e partenza del sistema di emergenza sanitaria territoriale, servizio di cui negli anni la popolazione e tutti gli operatori, in ospedale e fuori, hanno riconosciuto l’indispensabilità, specie nella particolare criticità legata alla pandemia. Il suddetto patto, secondo quanto spiegato dai rappresentanti sindacali, prevedeva che, senza onerosi incrementi di organico, una parte dei medici già in servizio nella continuità assistenziale (ex guardia medica) accettasse di transitare nella nuova funzione di emergenza sanitaria territoriale (il 118) beneficiando di un adeguato incentivo economico (5,16 euro all’ora), remunerativo dei maggiori disagi e stress lavorativi e rischi connessi a quella nuova funzione sul campo ventiquattr’ore su ventiquattro in condizioni particolarmente critiche (tra rischio professionale elevato, rischio di aggressioni e così via).
Le quattordici sigle sindacali lamentano che l’incentivo in questione, dopo nessun incremento in vent’anni, viene ora messo in discussione, anche retroattivamente, senza adeguata motivazione. L’attuale situazione, pertanto, sta comportando una fuga dei medici dal sistema dell’emergenza sanitaria territoriale 118 con ulteriore depotenziamento del servizio e grave danno per la salute pubblica e c’è motivo di credere che questo scenario si protrarrà ulteriormente. Criticità che i sindacati chiedono alla Regione di risolvere nel più breve tempo possibile. Sindacati che si rivolgono, poi, anche ai direttori generali delle Asl, chiedendo di sospendere ogni iniziativa al riguardo che penalizzi i lavoratori e di ripristinare l’erogazione della remunerazione ove già sospesa. Infine, viene chiesto al prefetto di convocare le parti per raffreddare un conflitto che potrebbe avere ripercussioni sulla salute e sulla sicurezza pubblica e scongiurare ulteriori e più incisive forme di protesta.

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