È stata una giornata di tensioni e di proteste quella appena conclusasi a Napoli in occasione della manifestazione indetta dagli studenti partenopei, scesi in piazza per chiedere al Governo e al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi l’abolizione della Legge 107 la quale, a partire dal 2015, ha introdotto, assieme alla riforma della “Buona scuola”, voluta dall’Esecutivo di allora guidato da Matteo Renzi, l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro nelle scuole superiori. Diverse centinaia di studenti e studentesse napoletane si sono dati appuntamento questa sera fuori alla sede dell’Unione degli Industriali di Napoli, con striscioni e cartelli sui quali si chiedeva a gran voce giustizia e verità per la morte di Lorenzo Parelli, studente appena diciottenne originario di Udine morto mentre stava svolgendo uno stage gratuito all’interno di uno stabilimento industriale inserito nel programma P.T.C.O.: il povero ragazzo ha infatti perso la vita dopo essere stato schiacciato da una trave in acciaio pesante diverse tonnellate. Una tragedia che ha scosso gli animi degli studenti: sull’onda così della commozione e della rabbia in merito al tragico accadimento i giovani studenti napoletani hanno deciso di far sentire la propria voce fuori la sede di Confindustria, affinché le loro richieste venissero ascoltate.
Tuttavia, ad aspettare gli studenti, fuori alla sede degli industriali di Napoli, non c’era nessuno pronto ad accoglierli, bensì era presente solamente un folto schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa. Il clima, nell’aria, era infatti molto teso, con gli studenti che dopo aver intonato diversi cori contro il Governo, accusato di essere succube degli interessi degli industriali invece che ascoltare le richieste dei cittadini, hanno cominciato a lanciare dei palloncini pieni di vernice rossa indirizzati verso il portone del palazzo che ospita la sede di Confindustria in piazza Dei Martiri, a Chiaia. L’azione avrebbe così voluto simboleggiare il sangue versato dal povero coetaneo al quale è stata negata la vita e il futuro da un sistema di sfruttamento, a detta degli studenti, ingiusto e iniquo. La repressione, a quel punto, non si è fatta attendere: le forze dell’ordine, armate di caschi, scudi e manganelli, hanno pertanto ritenuto opportuno caricare il corteo a suon di manganellate contro i ragazzi, facendo disperdere il presidio. Gli studenti napoletani, tuttavia, non si sono dati per vinti e hanno continuato a manifestare, questa volta dirigendosi prima verso piazza Vittoria, poi sul lungomare di via Partenope, organizzando un blocco stradale. Anche lì, ad attenderli, c’era la celere, pronta a intervenire qualora ci fossero stati problemi di ordine pubblico. In serata, tuttavia, è tornata nuovamente la calma e la tranquillità lungo le strade di Napoli. Proteste analoghe si sono verificate nelle piazze delle principali città italiane.
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