La Procura della Repubblica di Napoli, al termine di complesse attività investigative, coordinate dalla sezione di criminalità economica e condotte dalla guardia di finanza del comando provinciale di Napoli, volte a contrastare le condotte speculative illecite legate alla situazione emergenziale, ha disposto il sequestro di oltre un milione di mascherine chirurgiche, semi-maschere facciali e visiere facciali, destinate a essere immesse sul mercato prive dei requisiti previsti dalle disposizioni vigenti.
Le indagini, condotte dagli specialisti del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, hanno interessato diversi imprenditori, alcuni anche stranieri, ma tutti operanti nel napoletano, titolari di aziende per il commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti di largo consumo, che hanno intensificato, in concomitanza con l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica, le importazioni dirette dalla Cina di ingenti quantitativi di mascherine chirurgiche e di dispositivi di protezione non conformi alle normative di settore.
In particolare, l’attenzione degli investigatori si è inizialmente focalizzata su alcune spedizioni internazionali di merci sospette operate da soggetti già noti come gravitanti nella contraffazione. In tal modo è stato possibile risalire all’intera filiera commerciale, giungendo al complessivo sequestro dell’ingente numero di mascherine e di altri dispositivi di protezione risultati non a norma. I citati dispositivi di protezione, prodotti in Cina, sono giunti in Italia attraverso vettori aerei, sfruttando transiti in Paesi con accordi di libero scambio con l’Ue, che consentono la libera circolazione delle merci in assenza di controlli doganali.
I prodotti, oltre a riportare la marcatura Ce ingannevole, erano anche accompagnati da diverse tipologie di certificazioni, tra cui talune totalmente contraffatte, apparentemente rilasciate da un ente di certificazione riconosciuto in ambito comunitario che, a seguito degli immediati accertamenti investigativi svolti dalla polizia giudiziaria, ne ha disconosciuto la genuinità.
Infatti, i certificati rinvenuti, riportanti riferimenti tecnici e normativi solo apparentemente corretti e il logo Ce riprodotto in maniera ingannevole, attestavano fraudolentemente la conformità dei prodotti ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle norme comunitarie e nazionali. Le società produttrici cinesi, inoltre, non sono risultate tra quelle autorizzate dal Governo cinese a esportare prodotti utili al contrasto della diffusione del Covid-19.
Le mascherine e le visiere sequestrate, sottoposte ad analisi da tecnici e medici dell’Asl Napoli 1 Centro, sono state declassificate a “prodotti per la collettività”, ai sensi dell’articolo 16 del Decreto legge “Cura Italia” (numero 18/2020) e, pertanto, in virtù di una deroga normativa sancita dallo stesso decreto, sono risultate utilizzabili dalla collettività stessa per la riduzione del pericolo da contagio da Covid-19.