Ammonta a circa 2 milioni di euro il valore del sequestro conservativo, eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Caserta, su delega della Procura regionale della Corte dei conti per la Campania, su immobili e rapporti finanziari, nei confronti di un’impresa sanitaria privata del casertano, titolare di un centro antidiabete operante sino al 2021 in regime di accreditamento istituzionale con l’Asl Caserta.
La misura cautelare è stata richiesta e ottenuta dalla Procura contabile a margine dei contestuali addebiti di responsabilità amministrativa elevati con un atto d’invito a fornire deduzioni notificato, con l’ausilio dei Finanzieri, nei confronti della medesima impresa sanitaria e di altri 10 soggetti, comprendenti il direttore sanitario del centro antidiabete, nonché alcuni funzionari e dirigenti dell’Asl Caserta.
Le accuse sono supportate dall’attività istruttoria svolta dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Caserta che ha riguardato, in particolare, le modalità di rendicontazione, di controllo e di remunerazione delle prestazioni erogate dai centri accreditati, risultate ben superiori a quelle preventivamente autorizzate con l’attribuzione della “Capacità Operativa Massima” (C.O.M.), che le aziende sanitarie locali adottano per ogni centro accreditato, esprimendo i carichi di lavoro compatibili con determinati standards di adeguatezza e qualità dei servizi resi all’utenza.
Ai vari indagati intimati, a diverso titolo, è stato contestato di aver prodotto un danno finanziario all’azienda sanitaria pubblica, pari all’importo garantito dal sequestro conservativo concesso, derivante dal riconoscimento e dalla liquidazione di corrispettivi indebiti per varie tipologie di prestazioni afferenti alla branca della diabetologia, acquisite dall’Asl Caserta negli anni compresi tra il 2017 e il 2020. Analoghe iniziative si stanno attualizzando nei confronti di enti accreditati che operano nel medesimo settore sanitario.
