Il Cub Campania, con un duro comunicato, si scaglia contro quella che, a detta loro, potrebbe essere una riapertura del settore produttivo selvaggia e senza regole. L’organizzazione sindacale chiede alla Regione e al Governo centrale di impegnarsi per creare le condizioni giuste per un lavoro tutelato e stabile. Usando un’espressione molto forte, nel comunicato si afferma che: “Pensare a riaperture massive oggi come oggi, significherebbe condannare a morte migliaia di persone”. La Confederazione unitaria di base della Campania sviluppa il discorso partendo dalle loro considerazioni riguardo alle politiche economiche degli ultimi anni. “In Campania”, dicono, “si sta pagando l’inefficienza di queste politiche, che non hanno fatto altro che agevolare speculatori, mentre si perdeva il vero obiettivo, ovvero i lavoratori, la gente”.
La nota, poi, parla di quelle fasce deboli del mondo del lavoro, che più stanno soffrendo le misure restrittive dovute alle prescrizioni anticontagio, ovvero tutte “quelle persone che erano costrette a vivere con lavori saltuari, precari e in nero per poter tentare di sbarcare il lunario ogni giorno”. L’opinione del Cub, tuttavia, fa riferimento a una situazione di povertà di queste persone indipendentemente dalla pandemia in atto, a causa di uno stile di vita al limite della soglia di povertà scatenato da una cattiva gestione economica. Il sindacato si scaglia, successivamente, contro quelle persone che inneggiano alla riapertura di massa, definendola una riapertura selvaggia, che costringerebbe molti a rischiare la salute per semplici interessi economici. Ecco che, quindi, l’organizzazione sindacale si impegna nel fare una richiesta di agire con cautela rivolta alle autorità competenti, sia la Regione Campania che lo Stato centrale.