Tentata truffa aggravata ai danni dello Stato da parte di sei professionisti: questa l’accusa che ha giustificato l’esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare la professione di avvocato, messa in atto nella mattinata di oggi dalla guardia di finanza del gruppo di Nola. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Nola e sono scaturite da numerose segnalazioni pervenute dalla presidenza del Tribunale di Nola in merito ad alcune irregolarità rivelate dall’ufficio ruolo generale affari contenzioni civili. Le segnalazioni sono avvenute dopo alcuni sospetti avuti dagli operatori dell’ufficio ruolo generale, durante le procedure delle lavorazioni delle buste telematiche trasmesse dagli avvocati e contenenti l’iscrizione a ruolo di cause civili. Gli operatori si sono accorti che spesso il numero identificativo della marca da bollo o del contributo unificato risultava, secondo il sistema informatizzato, già registrato e utilizzato.
La Procura della Repubblica di Nola ha così delegato il gruppo della guardia di finanza di Nola a verificare l’autenticità delle marche da bollo e dei contributi unificati che avevano destato sospetti, oltre a riscontrare se i valori fossero stati usati in altri procedimenti incardinati anche presso ulteriori uffici giudiziari dell’intero territorio nazionale. Dopo l’attività di analisi e di riscontro effettuata, le fiamme gialle di Nola hanno accertato che tutte le marche da bollo segnalate alla data della richiesta di iscrizione a ruolo risultavano già utilizzate. Erano soltanto mere fotocopie, già usate più volte anche da altri avvocati facenti parte dello stesso studio legale degli indagati.
I sei professionisti hanno così indotto in errore il funzionario responsabile dell’ufficio ruolo generale affari contenzioni civili del Tribunale di Nola, con l’intento di procurarsi un ingiusto profitto patrimoniale pari all’importo del valore bollato utilizzato, creando un danno economico allo Stato. Gli avvocati si sono, dunque, resi responsabili di plurime condotte di tentata truffa aggravata ai danni dello Stato.
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