Ha le ore contate il ragazzo che nella notte tra domenica e lunedì ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco prima in aria e poi nel mucchio, uccidendo il 18enne Francesco Pio Maimone.
La Squadra Mobile di Napoli ha individuato il presunto responsabile dell’omicidio di Francesco. Sarebbe stato identificato grazie alle telecamere presenti nella zona del lungomare. Si tratterebbe di un ragazzo di Barra, poco più che ventenne, quartiere della periferia Est di Napoli. Una misura cautelare sarebbe imminente, potrebbe arrivare già nelle prossime ore.

La tragedia è avvenuta all’esterno dello chalet “Da Sasà” quando il killer ha estratto un revolver iniziando a sparare a caso. Alcuni colpi in aria, poi nel mucchio, ad altezza uomo. Un proiettile ha centrato Pio al petto. Immediati sono scattati i soccorsi da parte degli amici. A quell’ora, le 2.35, c’erano ancora molte persone nella zona. Non è stato facile per gli amici districarsi nel traffico delle auto, molte delle quali in sosta selvaggia, per poi raggiungere, scortati dalla polizia, il pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini dove, dopo circa mezz’ora è deceduto. «Non respiro più»: le ultime parole di Francesco Pio Maimone.
Il suo sogno era di aprire una pizzeria tutta sua. Costruirsi un futuro senza essere costretto ad andarsene dalla sua amata Napoli. Francesco è soltanto l’ultima vittima innocente di una zona – quella degli Chalet Mergellina – preso in ostaggio da bande malavitose e dalla violenza di strada. Il luogo della sparatoria è lo stesso dove lo scorso 11 marzo era stato ucciso Antonio Gaetano, 19 anni, in un regolamento di conti tra clan della zona. Una coincidenza che aveva subito fatto pensare a qualche legame tra i due episodi. Ma le indagini della squadra mobile di Napoli, diretta da Alfredo Fabbroncini, hanno dipinto uno scenario diverso: Francesco Pio Maimone non aveva nessun rapporto con quel genere di ambienti.

Il Comune di Napoli sarà presente ai funerali del 18enne, che dovrebbero tenersi giovedì o più probabilmente venerdì, dopo l’autopsia che verrà eseguita al Secondo Policlinico. “Sicuramente perché è stato un evento che ci ha molto colpiti: una famiglia semplice, un ragazzo che aveva voglia di lavorare e di fare e che purtroppo è stato vittima di un gesto di violenza sconsiderato”, afferma Manfredi.