Un nuovo capitolo affascinante si apre a Pompei con la scoperta di una stanza arredata riservata agli schiavi, presso la villa romana di Civita Giuliana, sita a circa 600 metri dalle mura dell’antica città. Questo rilevante ritrovamento si inserisce in una serie di recenti scoperte, tra cui gli scheletri emersi lo scorso maggio, che continuano a sorprendere e arricchire il celebre sito archeologico italiano.
Il particolare contesto di precarietà e subalternità che gli schiavi vivevano è stato documentato attraverso reperti unici, che ci restituiscono un’istantanea di quella giornata di fine ottobre del 79 d.C., quando l’eruzione del Vesuvio ha sommerso le città sottostanti. Grazie alla tecnica dei calchi, esclusiva di Pompei e dei suoi dintorni, è stato possibile catturare un’immagine quasi intatta del passato, con materiali come mobili e tessuti, ma anche i corpi delle vittime. Questi elementi sono stati coperti dalla nube piroclastica e successivamente solidificatisi, mentre la materia organica si è decomposta lasciando una cavità nel terreno. Riempita con gesso, questa cavità ha rivelato la forma originaria degli oggetti e delle persone.
La nuova stanza, nota come ‘ambiente A’, si differenzia dall’area già identificata come ‘ambiente C’, che è stata ricostruita a novembre 2021 e conteneva tre letti funzionali anche come ripostigli. La nuova scoperta suggerisce una gerarchia specifica all’interno del mondo degli schiavi. Mentre uno dei due letti recentemente trovati è simile a quelli nell’ambiente C, semplice e privo di materasso, l’altro è di tipo più comodo e lussuoso, conosciuto come letto a spalliera. Tracce di decorazioni rosse sono ancora visibili sulle spalliere. Oltre ai letti, la stanza ospita due piccoli armadi, anch’essi rappresentati parzialmente attraverso calchi, insieme a una collezione di anfore, vasi in ceramica e vari utensili, tra cui una zappa di ferro. Un microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente C ha rivelato la presenza di tre roditori: due topi all’interno di un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti. Questi dettagli rivelano le dure condizioni igieniche in cui vivevano gli schiavi.
La villa di Civita Giuliana è stata oggetto di scavi fin dal 2017, grazie a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura di Torre Annunziata. Questa collaborazione è stata necessaria per contrastare gli scavi clandestini che stavano danneggiando l’area. La scoperta recente e il costante impegno nei confronti della ricerca e della tutela dimostrano la preziosa rilevanza di Pompei nel raccontare la vita quotidiana dell’antichità.