Operazione antibracconaggio condotta nel parco nazionale del Vesuvio dai carabinieri e dalle guardie del Wwf. Questa mattina, alle prime dell’alba, un bracconiere è stato sorpreso a utilizzare due richiami elettroacustici, strumenti utilizzati per la caccia agli uccelli e agli ungulati ma che sono vietati. I richiami hanno provocato enorme disturbo alla fauna selvatica migratoria che in questo periodo si accinge a passare sul nostro paese e anche a nidificare. La denuncia al bracconiere è arrivata dopo una lunga attività di indagine svolta dai carabinieri del parco, ubicati a Boscoreale e comandati dal maresciallo Alfonso De Prisco, in collaborazione con le guardie giurate venatorie e zoofile del Wwf Italia, nucleo provinciale di Napoli, coordinate da Bruno Cajano.
I più esperti in materia sapranno che utilizzare questi richiami vietati provoca un doppio disturbo alla fauna selvatica, in quanto, in questo periodo, l’interferenza agisce in maniera pesante sull’attività di riproduzione degli uccelli. Il fenomeno del bracconaggio, purtroppo, non è così raro come si crede. Serve il costante intervento delle forze dell’ordine predisposte a operazioni a tutela di flora e fauna per far sì che i bracconieri non arrechino danni. Grazie al tempestivo intervento della pattuglia dei militari dei carabinieri del parco e delle guardie del Wwf, il bracconiere è stato fermato e denunciato. Durante le operazioni, tuttavia, l’uomo ha cominciato a inveire contro gli uomini delle forze dell’ordine, rendendosi colpevole anche del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per il quale ha subito una ulteriore denuncia. Inoltre, ha subito sanzioni in materia di attività venatoria illegale. Infine, i carabinieri hanno proceduto anche a sanzionare il bracconiere per aver violato i recenti decreti per il contenimento del contagio da Covid-19.