Omicidio colposo e abbandono di incapace, sono questi i due capi di imputazione su cui indaga la Procura della Repubblica di Napoli nell’inchiesta giudiziaria aperta sul caso della morte di Giuseppe Cantalupo, l’ottantaquattrenne napoletano trovato senza vita nei bagni del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli e ripreso con il cellulare da uno dei pazienti. Le indagini, per il momento contro ignoti, condotte dai pubblici ministeri napoletani Liana Esposito e Simona Di Monte, hanno portato, fino a questo momento, al sequestro dello smartphone al cui interno sarebbe stato memorizzato il materiale audiovisivo registrato dal paziente. Il video, girato lo scorso 11 novembre, giorno del decesso della vittima, era stato inoltrato inizialmente nelle chat private di WhatsApp, per poi essere pubblicato sui social dal consigliere della nona municipalità di Napoli Agostino Romano, con l’intento di denunciare le condizioni insostenibili in cui versavano le strutture sanitarie partenopee. Da lì è stato un tam tam di condivisioni che hanno reso le riprese virali, fino a generare un’aspra polemica tra il governatore campano Vincenzo De Luca, il quale ha parlato di sciacallaggio mediatico, e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale ha chiesto l’intervento immediato dello Stato di fronte alla situazione di emergenza sanitaria venutasi a creare in Campania.
Sono diversi gli elementi, le prove e le testimonianze su cui stanno lavorando gli inquirenti, sebbene alcune versioni siano incongruenti tra loro. Ai familiari della vittima sarebbe stato detto che il paziente è deceduto nel suo letto e non nel bagno dell’ospedale, come testimoniano invece le immagini riprese e pubblicate sul web. Per adesso all’autore del video, un paziente napoletano contagiato dal Covid-19, che è stato ospite anche alla trasmissione televisiva condotta da Barbara D’Urso per portare la sua testimonianza dell’accaduto, non è stata notificata alcuna denuncia, sebbene sia stato accusato dalla dirigenza dell’ospedale di diffamazione e di interruzione di pubblico servizio. L’uomo, che farà da testimone in un eventuale processo, tramite i suoi legali ha fatto sapere, in ogni caso, di non voler procedere contro i medici che quel giorno erano di turno all’interno del reparto. Nelle prossime ore verrà svolto inoltre l’esame autoptico sul corpo dell’ottantaquattrenne, per comprendere quali siano state le cause del suo decesso così da permettere ai magistrati di poter fare maggiore luce e chiarezza sulla drammatica vicenda.