L’operazione di attività investigative condotta dai militari dell’Arma dei Carabinieri impegnati in una campagna di controllo e verifica sulla legittimità della percezione del reddito di cittadinanza che, ha visto impegnati tutti i reparti territoriali del Comando dei Carabinieri Ispettorato del Lavoro con la collaborazione dell’I.N.P.S. Le verifiche hanno consentito di scoprire che sono 2.441 quelli smascherati i quali, dichiarando il falso, riuscivano a ottenere il contributo: 716 sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato. La provincia di Napoli detiene il record italiano dei percettori abusivi del reddito di cittadinanza. Il dato emergente dalle verifiche compiute dai carabinieri, diffuso questa mattina, conferma le risultanze di precedenti approfondimenti della Guardia di Finanza
Camorristi, contrabbandieri, parcheggiatori abusivi, truffatori e tantissimi “lavoratori in nero”. Infatti i militari hanno individuato 422 persone con procedimenti penali e 64 ai quali è stato contestato il reato di associazione di tipo mafioso. Dei 716 segnalati alla Procura sono 673 gli italiani richiedenti mentre solo 43 gli stranieri: 394 gli uomini, 322 le donne. Un danno erariale impressionante che tocca la cifra record di 5.127.765,71 euro. I loro nomi sono stati segnalati all’Inps che bloccherà l’erogazione della cifra mensile e proverà a ottenere la restituzione delle somme non dovute.
Ma tra tutti c’è il caso singolare di un 46enne di Castellammare di Stabia, con precedenti penali, che si è presentato all’ufficio postale con una carta d’identità bulgara falsa ha anche simulato l’accento straniero cercando – invano – di ingannare l’operatore dello sportello per ottenere la tessera per il reddito di cittadinanza. Smascherato, invece dei soldi è stato arrestato dai carabinieri. Tra i «furbetti» del reddito di cittadinanza c’è anche chi, nonostante fosse ai domiciliari, da aprile 2020 incassava il sussidio dello Stato. E ora, oltre alle responsabilità penali, per un 41enne di Cardito si aggiunge una denuncia per truffa aggravata.
I carabinieri hanno anche individuato numerose persone collegate alla criminalità organizzata che incassavano il sussidio. Tra tutti un boss del clan Frizziero, ai domiciliari per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, droga e armi, che però aveva la moglie beneficiaria del reddito di cittadinanza. Altre cinque persone, legate al clan Amato-Pagano, arrestate nel 2020 con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione, erano destinatarie del sussidio. Nella mappa dei furbetti del reddito ci sono esponenti di numerosi clan. Affiliati dei “Cifrone”, imputati per estorsione e rapina. Tre dei “Balzano”, imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso, ricettazione, detenzione abusiva di armi. Inoltre dieci uomini del clan Grimaldi-Vanella Grassi arrestati durante l’operazione “Cupola” del 2020. E ancora due spacciatori, un rapinatore e un uomo arrestato per detenzione di arma comune da sparo – tutti in manette tra i quartieri di Marianella e Vomero – aggiungevano ai profitti illeciti anche il reddito di cittadinanza.
Tra i destinatari della denuncia anche sei napoletani “in trasferta”, coinvolti in truffe agli anziani in Lombardia ma che ricevevano il sussidio in Campania: sono residenti a Napoli nella zona delle “Case Nuove”, Secondigliano, Forcella e in provincia nei comuni di Mugnano e Aversa. E c’è anche lo scippatore che, a maggio, strappò la borsa ad una diciottenne che passeggiava con un’amica ma fu incastrato dalle telecamere di sorveglianza della stazione dei carabinieri di Capodimonte. La madre di un pusher di Scampia, invece, si è vista revocare il sussidio quando il figlio è stato arrestato.
Nel quartiere Stella c’era un uomo che risultava in carico a due famiglie, entrambe avevano chiesto il beneficio dello Stato. A Chiaiano, arrotondavano lo stipendio con il reddito di cittadinanza la commessa di un negozio di casalinghi e due baristi. Tutti ovviamente “in nero”. Così un carrozziere del rione Don Guanella e una donna che ogni mattina apriva il suo chioschetto ai Camaldoli per vendere sigarette di contrabbando. Tra i denunciati c’è anche il finto netturbino, arrestato a maggio dai carabinieri, che a bordo di uno scooter rapinava, insieme a un complice, i residenti del centro che all’alba uscivano di casa per andare a lavoro, quello vero. Una donna di origini rom ha presentato la domanda per ottenere il reddito senza specificare che nel suo nucleo familiare vi fosse il marito, ricercato dal 2016 e catturato lo scorso agosto.
A Giugliano, in 10 piccole fabbriche per la produzione di tomaie c’erano 102 lavoratori – 68 erano “in nero” e 25 saltuari – che percepivano anche il reddito di cittadinanza. Molti “furbetti” avevano inserito nel nucleo familiare soggetti in difficoltà economia che in realtà risiedevano in altre zone o addirittura con altre famiglie. A questo trucco si è affidato un pregiudicato di Brusciano che ha inserito la madre disoccupata nel suo nucleo familiare: l’anziana viveva altrove ed era stata denunciata per riciclaggio, nella sua abitazione erano stati trovati ottomila euro. Due coniugi di Gragnano – lui 59 pregiudicato ai domiciliari, lei incensurata di 46 anni – risponderanno di truffa perché, nonostante fossero conviventi, hanno presentato due domande di reddito riportando residenze diverse. E ancora a Cicciano, tra i furbetti anche un 58enne che, a “nero” aveva organizzato con un furgone un servizio di trasporto studenti di un istituto scolastico.
80 le persone denunciate nell’area Maranese (Marano, Mugnano di Napoli, Villaricca, Calvizzano e Melito di Napoli), 25 le figure di spicco della criminalità organizzata locale che rientrano nel novero dei percettori illeciti del RdC. Familiari di affiliati ai clan Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa – Pianese che sono riusciti a ricevere il sussidio del Governo senza averne titolo. Troviamo la moglie di affiliato dei “Polverino”, la moglie del nipote del capo clan dei “Polverino”. La madre di un affiliato agli “Amato Pagano” e il fratello di un esponente dei Nuvoletta. Anche il figlio di uno degli elementi di spicco del clan “Nuvoletta” è riuscito ad ottenere 6500 euro con il rdc. E così la nipote di un elemento apicale del clan “Orlando”, ora detenuto: per lei oltre 19.000 euro in benefit ottenuti illecitamente.