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Home Italia

Piccoli “black out” di memoria: quando considerarli pericolosi

Leggere, scrivere, oppure spendere il proprio tempo nell’apprendimento di nuove abilità (come lo studio di una lingua o imparare a suonare uno strumento) può fare la differenza per mantenere giovani i nostri neuroni

Dott.ssa Lucia Santoro di Dott.ssa Lucia Santoro
15 Giugno 2023
in Italia, Salute e Benessere

È normale avere occasionali intoppi di memoria, dovuti a varie cause, ma ci sono segnali che non dovrebbero essere trascurati. Dimenticare una strada o dove abbiamo messo gli occhiali o il nome di un attore famoso, contrattempi di memoria che sono comuni, soprattutto con l’avanzare dell’età o per la vita frenetica che conduciamo. Sono piccoli “black out” che non devono metterci in allerta purché non avvengano di frequente. Ma, come distinguere questi episodi da segnali più preoccupanti, come i sintomi precoci di una demenza? Quando è opportuno approfondire?

Il cervello invecchia e può ridurre le sue connessioni e la produzione di sostanze chimiche, ma non tutti i problemi di memoria sono legati all’età, ma spesso sono causati da stress, ansia, distrazione o umore negativo che ostacolano la concentrazione. Inoltre, il dimenticare è in parte un processo sano in cui il cervello seleziona le informazioni rilevanti, ad esempio, ricorda meglio le informazioni sociali rispetto a quelle astratte. I blackout di memoria diventano allarmanti, come già precedentemente anticipato, quando sono persistenti, peggiorano nel tempo e interferiscono con le attività quotidiane. Non è un problema dimenticare una volta, ma diventa preoccupante se si dimentica come guidare  l’auto, se riponiamo gli oggetti nei posti sbagliati o se abbiamo difficoltà a formulare una frase perché ci mancano le parole.

Il decadimento cognitivo lieve è una fase di transizione tra invecchiamento normale e demenza. Durante questa fase, si manifesta una leggera difficoltà in una o più funzioni cognitive, come la memoria, il linguaggio o la capacità di programmazione, che può influire sulla capacità di svolgere compiti complessi. Non sempre questa condizione peggiora nel tempo o si sviluppa in patologie più gravi, in alcuni casi, può rimanere stabile o addirittura migliorare. Tuttavia, nel 10-15% dei casi, il decadimento cognitivo lieve è un precursore dell‘Alzheimer, la forma più comune di demenza.

Un altro segnale da tenere d’occhio, è la capacità di orientamento spaziale, poiché è una delle prime funzioni che vengono compromesse nella malattia di Alzheimer. Dunque, le aree cerebrali responsabili del ricordo degli spazi che frequentiamo, sono tra le prime ad essere compromesse da questa patologia, pertanto, se si dovesse verificare un aumento della frequenza con cui ci si perde è importante quanto prima consultare uno specialista per una diagnosi tempestiva che ci aiuterà a gestire al meglio la malattia.

Tags: Alzheimermemoria
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