Come funzionano le pillole allo iodio e sono davvero utili in caso di possibile esposizione a radiazioni?
Con i bombardamenti intorno alle centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, sale il terrore di quel 26 aprile 1986 quando, dopo il disastro nel reattore dell’allora sito sovietico, una nube tossica radioattiva avvolse l’Europa. Quel ricordo ancora nitido nella mente di tanti e gli avvenimenti per nulla confortanti di questi giorni hanno innescato un boom della domanda di compresse anti-radiazioni a base di iodio in alcuni Paesi europei. Proprio in Belgio è iniziata la scorsa settimana la corsa all’accaparramento delle pillole allo iodio. Ma come funzionano queste pillole? Sono davvero utili in caso di possibile esposizione alle radiazioni?
A tal proposito l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare ha rassicurato che l’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio, le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive e che l’uso delle compresse è raccomandato solo per le persone in determinate fasce d’età.
Secondo Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pgeu, il raggruppamento dei farmacisti europei la distribuzione di pillole di iodio in Paesi come il Belgio e l’Olanda avviene gratuitamente, perché lì ci sono centrali nucleari e quindi un rischio di fughe radioattive. Ma in Italia la loro assunzione non avrebbe senso e, fortunatamente, la richiesta nelle nostre farmacie è stata minima. Spero che nessuno le compri online perché, ripeto, non hanno alcun effetto preventivo, precisa le pastiglie di ioduro di potassio servono ad impedire l’accumulo dello iodio radioattivo a livello della tiroide, saturandola con iodio non radioattivo, e quindi lo sviluppo del cancro. Ma questo funziona solo se c’è iodio radiativo nell’aria, se c’è già una contaminazione. Anche l’epidemiologo Carlo La Vecchia, dell’Università Statale di Milano e Franco Grimaldi, presidente dell’Associazione medici endocrinologi (Ame) ribadiscono il divieto al fai da te e l’invito a non farsi prendere dalla psicosi.
All’uopo, l’Iss, Istituto Superiore di Sanità, ha ben spiegato sul suo portale cosa vuol dire essere esposti allo iodio radioattivo in caso di incidente nucleare e cosa implica l’inalazione di aria contaminata e l’ingestione di cibo e acqua potabile contaminati.
Quindi è da più fronti che giungono delucidazioni e appelli accorati di esperti che invitano a non lasciarsi prendere dal panico, ribadendo che le pillole allo iodio che non devono assolutamente essere assunte in assenza di radioattività poiché, al contrario potrebbero provocare seri danni alla salute.