Decine di migliaia di euro versati in cambio delle risposte esatte ai quiz per l’ammissione nelle fila dell’esercito italiano e della polizia penitenziaria, una fitta rete di acquirenti e rivenditori che vedeva al proprio vertice esponenti, in servizio e in pensione, delle stesse forze dell’ordine. Aveva destato non poco scalpore la scoperta effettuata a Napoli dagli uomini della guardia finanza che, tra ottobre 2018 e febbraio dello scorso anno, avevano portato alla luce un intero sistema di compravendita di risposte esatte per i test d’accesso alle forze armate, portando al fermo immediato di una decina di persone, accusate a vario titolo di essere gli organizzatori materiali di questo mercato illecito. Adesso, a finire nel mirino del pubblico ministero Antonello Ardituro sono stati i beneficiari di tale compravendita, i quali, citati in giudizio, affronteranno la prima udienza davanti al giudice monocratico Giuliana Taglialatela nel mese di ottobre.
Gli imputati, tutti giovani di età compresa tra i venti e i trent’anni, sono ben centocinquantuno e sono residenti nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento, Foggia, Taranto, Oristano, Palermo e Torino. I fatti di cui saranno chiamati a rispondere risalgono all’anno 2016, periodo in cui i ragazzi avrebbero avvicinato alcuni soggetti, tra cui il maresciallo della guardia di finanza Giuseppe Claudio Fastampa e il generale in pensione Ciro Fiore, risultati poi in possesso delle risposte esatte ai due quiz della polizia penitenziaria e di vari corpi dell’esercito tenutisi in quello stesso anno. I due militari, riconosciuti come capi dell’intero sistema, sono stati condannati a due anni di reclusione assieme ai complici Sabato Vacchiano, Giuseppe Zarrillo e Massimo Di Palma.
Le indagini degli inquirenti erano partite in seguito all’annullamento dei test disposto dal dipartimento della polizia penitenziaria: alcuni degli imputati a conoscenza delle risposte esatte, ingegnatisi tra bigliettini e auricolari bluetooth per portare le soluzioni sui luoghi dei test, erano infatti stati scoperti e esclusi sul posto dagli esaminatori, facendo emergere nelle commissioni il forte sospetto di gravi irregolarità. Il quiz, valevole per quattrocento posti nelle file del corpo, era stato poi ripetuto nel 2017.
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