• Linea Politico-Editoriale
  • La Redazione
  • Registrati
  • Termini e Condizioni
  • Contattaci
  • Lavora con noi
  • Pubblicità
  • Privacy Policy
  • Trattamento Dati
  • Entra
Il Crivello
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Il Crivello
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Economia

Rapporto annuale di Censis. L’Italia più povera e impaurita: circa 5,6 milioni in povertà assoluta

Gli italiani temono la corsa dell'inflazione: oltre il 64% sta già mettendo mano ai risparmi per far fronte all'impatto dei rincari dei prezzi

redazione di redazione
3 Dicembre 2022
in Economia, Italia, Società

Il Centro Studi Investimenti Sociali (Censis) ha presentato il suo 56esimo rapporto sulla situazione sociale italiana e ne emerge un quadro abbastanza cupo: oltre un italiano su quattro a rischio povertà o esclusione. Il 6,5% delle famiglie paga in ritardo le bollette. E si teme l’inflazione (il 64% degli Italiani sta ricorrendo ai risparmi)

Un Paese che, si legge nel testo, “vive in uno stato di latenza. Il nostro Paese, nonostante lo stratificarsi di crisi e difficoltà, non regredisce grazie allo sforzo individuale, ma non matura” – sottolinea l’istituto, osservando che “l’Italia non cresce abbastanza o non cresce affatto e la macchina amministrativa pubblica è andata fuori giri e così non sarà in grado di trainare la ripresa“. Nel 2021 le famiglie che vivono in condizione di povertà assoluta sono più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale: un milione in più rispetto al 2019. 

Gli individui soggetti al rischio di povertà o di esclusione sociale sono pari al 25,4% della popolazione, ovvero oltre uno su quattro, di cui: il 41,2% sono residenti nel Mezzogiorno (a fronte del 21% nel Centro, del 17,1% nel Nord-Ovest e del 14,2% nel Nord-Est), per il 33,9% sono appartenenti a famiglie in cui il reddito principale è quello pensionistico (a fronte del 18,4% e del 22,4% appartenenti a famiglie con reddito principale da lavoro dipendente o da lavoro autonomo) e per il 64,3% sono membri di famiglie che percepiscono ‘altri redditi’, dei quali 56,6% si qualifica anche come individuo a bassa intensità lavorativa.

La crisi energetica è la principale fonte di preoccupazione per le famiglie italiane, emerge ancora dal rapporto: per il 33,4%, e la percentuale arriva al 43% tra le famiglie in una bassa condizione socio-economica, le più colpite dall’aumento dei costi incomprimibili. Il 6,5% delle famiglie italiane era in ritardo con il pagamento delle bollette (dato in linea con la media europea) nel 2021. Ancora più numerosi sono coloro che affermano di non riuscire a riscaldare adeguatamente la propria abitazione: l’8,1% delle famiglie, un dato superiore di 1,2 punti percentuali al dato europeo.

A causa del caro-bollette anche le imprese soffrono, si stima che 355.000 aziende (8,1% delle imprese attive) potrebbero subire un grave squilibrio tra costi e ricavi. L’86,6% si colloca nel terziario, il 13,6% nel settore industriale; le criticità interessano 3,3 milioni di addetti (19,2% del totale), di cui il 74,5% nei servizi (2,5 milioni di addetti) e il 25,5% nell’industria (850.000 addetti). Se si verificassero gli esiti già osservati nelle passate ondate di crisi, sarebbero ancora una volta le microimprese a soffrire di più. Tra il 2012 e il 2020 le imprese attive si sono ridotte di 15.000 unità.

Inoltre, gli italiani temono la corsa dell’inflazione: oltre il 64% sta già mettendo mano ai risparmi per far fronte all’impatto dei rincari dei prezzi. La quasi totalità degli italiani, il 92,7%, è convinta che l’accelerata dell’inflazione durerà a lungo e che bisogna pensare subito a come difendersi. Il 76,4% pensa che non potrà contare su aumenti significativi delle entrate familiari nel prossimo anno, il 69,3% teme che nei prossimi mesi il proprio tenore di vita si abbasserà (e la percentuale sale al 79,3% tra le persone che già detengono redditi bassi) e ben il 64,4% sta ricorrendo ai risparmi per fronteggiare l’inflazione.

Ma l’inflazione non solo colpisce i redditi fissi o comunque tendenzialmente stabili nel medio periodo, aumenta anche la forbice della disuguaglianza tra le diverse componenti sociali: le famiglie meno abbienti si confrontano con un incremento medio dei prezzi pari al 9,8%, mentre per le famiglie più agiate l’aumento è del 6,1%, quasi 4 punti percentuali in meno. Questo divario discende dalla diversa dinamica dei prezzi dei beni (alimentari e per la casa su tutti) che pesano in particolare sul carrello della spesa delle famiglie meno abbienti.

Nell’ultimo periodo, tra il 2012 e il 2021, l’andamento dei prezzi riflette le conseguenze di una fase tendenzialmente deflattiva per l’Italia (in media 0,7% annuo), caratterizzata soprattutto da una moderazione salariale che ha di fatto rimosso qualsiasi rischio di innesco della spirale prezzi-salari. Ma, secondo il Censis, gli attuali livelli di inflazione – con punte di rialzo dei prezzi dei beni alimentari intorno all’11%, senza contare gli incrementi del 50% dei beni energetici – potrebbero incidere profondamente sul potere d’acquisto delle famiglie.

Tags: Povertà in Italiaprimopiano
CondividiInviaTweet
Articolo precedente

Volla, blitz dei carabinieri: Insospettabile imprenditore nasconde arsenale, droga e soldi in casa (Video)

Articolo successivo

Aversa, don Emilio Nappa nominato Vescovo titolare di Satriano, con il titolo di Arcivescovo

Articolo successivo
Aversa, don Emilio Nappa nominato Vescovo titolare di Satriano, con il titolo di Arcivescovo

Aversa, don Emilio Nappa nominato Vescovo titolare di Satriano, con il titolo di Arcivescovo

Facebook Instagram Youtube Twitter LinkedIn
Il Crivello

Strumento di informazione puntuale, orientato dalla parte dei cittadini e delle associazioni, di quel tessuto sociale che non sempre ha “voce” e, spesso, trova difficoltà ad esprimersi.

Archivi

Link Utili

  • Linea Politico-Editoriale
  • La Redazione
  • Registrati
  • Entra e Invia una notizia
  • Termini e Condizioni
  • Contattaci
  • Lavora con noi
  • Per la tua pubblicità
  • Privacy Policy
  • Trattamento dati personali

© 2021 Il Crivello - Tutti i diritti riservati

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati

© 2021 Il Crivello - Tutti i diritti riservati

Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Visita la nostra Privacy Policy.