È stato pubblicato da Legambiente il rapporto “Ecomafia 2023” e, ancora una volta la Campania è al vertice di tutte le classifiche per reati ambientali. La maggior parte degli illeciti, così come descritto in maniera dettagliata dal report pubblicato dall’organizzazione ambientalista, si registrano soprattutto per quel che riguarda il ciclo dei rifiuti e il ciclo del cemento. Restano diffuse le due piaghe legate al traffico illecito di rifiuti, specialmente quelli industriali, e all’abusivismo edilizio, causa principale del dissesto idrogeologico.

La regione registra numeri da capogiro che ben sintetizzano il disastro ambientale che da anni affligge le diverse province campane: nel 2022 in Campania sono stati accertati 4020 reati di natura ambientale, ossia il 13,1% del totale nazionale (ben 11 reati al giorno), mentre sono state 3.358 le persone denunciate, 995 i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine e 12 i colpevoli finiti agli arresti. Si riscontra però, rispetto all’anno precedente, anche se minima, una riduzione dei numeri dei reati, quando erano stati ben 4.149.
Dai dati a livello provinciale emerge che, Roma con 1.315 illeciti si conferma quella con più reati ambientali, seguita dalla Provincia di Napoli, con 1.315 reati accertati (erano 1058 lo scorso anno), 1.176 persone denunciate, una persona arrestata e 532 sequestri. Segue Avellino con 656 illeciti ambientali, 511 persone denunciate e 54 sequestri. In Provincia di Salerno sono stati 683 i reati con 569 persone denunciate 3 persone arrestate e 155 sequestri.

Chiudono la classifica Caserta con 414 reati, 341 persone denunciate, 2 arresti e 156 sequestri e Benevento con 126 reati, 72 persone denunciate, 6 arrestate e 59 sequestri effettuati. Nel 2022 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno applicato per 225 volte i delitti contro l’ambiente, inseriti nel Codice penale grazie alla legge 68 del 2015, portando alla denuncia di 276 persone e a 45 arresti. Sono stati 108 i beni sottoposti a sequestro per un valore complessivo di oltre 112 milioni di euro.
A commentare questi dati che rivelano numeri in preoccupante aumento è Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania: “Il quadro che emerge dal Rapporto Ecomafia conferma il lavoro importante svolto da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, enti di controllo e magistratura. E dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Mai come in questo momento storico si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini regionali e nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del PNRR. In Campania presto si apriranno i cantieri dell’agognata transizione ecologica e tutti, la politica in primis, devono svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale, come prevede l’aggiornamento della direttiva sulla tutela dell’ambiente, da approvare entro la fine della legislatura europea”.
