Dopo una settimana di lunghe trattative, durante le quali il programma per la ripresa economica legato al Recovery fund è stato presentato al tavolo di Palazzo Chigi, il consiglio dei ministri, in seguito al vertice durato tutta la notte, ha dato il via libera all’approvazione del piano. L’incontro, però, ha sancito anche lo strappo politico definitivo con Italia Viva. Durante l’approvazione in cdm, infatti, le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti si sono astenute sul provvedimento. Nel pomeriggio di oggi Matteo Renzi terrà una conferenza stampa durante la quale ufficializzerà la fuoriuscita del suo partito dalla maggioranza di governo, una decisione drastica che era tuttavia nell’aria già da qualche settimana. Il motivo dell’apertura di questa crisi, che potrebbe proiettare l’attuale Conte-bis verso un Conte-ter, sarebbe da imputare alla rinuncia dell’esecutivo di chiedere l’attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, ossia del Fondo salva-Stati.
La maggioranza di governo dunque traballa, e la crisi potrebbe dominare la scena politica italiana dei prossimi giorni, facendo perdere tempo prezioso in un momento cruciale per le sorti del Paese, specie per la gestione e la prevenzione di una possibile terza ondata dell’epidemia da Covid-19. Nel frattempo, onde evitare scenari potenzialmente disastrosi, il premier Giuseppe Conte corre ai ripari e prova a temporeggiare: stasera è stato convocato un nuovo vertice del consiglio dei ministri durante il quale si discuterà, su sollecitazione del comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, sulla proroga delle norme da adottare per contrastare la pandemia. Sul tavolo del nuovo cdm ci sarebbero, a ragion veduta, sia il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 30 aprile sia l’approvazione di un nuovo piano di ristori per tutte quelle attività commerciali e imprenditoriali che devono fare i conti con il protrarsi della crisi economica. Questo pressing finale del Governo servirà soprattutto a mettere in salvo due provvedimenti fondamentali per il Paese, ma certifica anche l’apertura della crisi politica nella maggioranza.

Nel merito delle ragioni che hanno portato all’apertura della crisi di governo è intervenuto tranchant il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha escluso ogni correlazione tra il ricorso al Mes e l’approvazione del Recovery plan, che rientra invece nel programma Next generation Ue. Tale concetto è stato sottolineato anche dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia secondo il quale non c’è ragione di astenersi sul Mes, a margine delle importanti decisioni assunte dall’esecutivo per far fronte all’emergenza. A prendere le parti dell’operato che ha contraddistinto fino a ora l’azione di governo c’è anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che ricorda quanto sia stato fatto per fronteggiare l’epidemia in termini di sforzo da parte del sistema sanitario nazionale e in termini di risorse messe a disposizione per superare l’emergenza sanitaria con provvedimenti specifici. Il ministro dello Sport Roberto Spadafora chiede un gesto di responsabilità da parte dei partner di governo per ricompattare la maggioranza, sebbene la possibilità di una ricucitura all’ultimo minuto sembra ormai lontana.
E se l’esecutivo chiede in maniera compatta di sostenere il governo Conte e di evitare che si consumi la resa dei conti in Parlamento, in Senato c’è già fibrillazione, con almeno dodici senatori pronti a uscire dai rispettivi gruppi parlamentari: si tratterebbe altresì di quattro senatori appartenenti proprio a Italia Viva e di otto senatori eletti nelle liste di Forza Italia, i quali sarebbero pronti a delineare nuove geometrie parlamentari con il sostegno e l’appoggio di Clemente Mastella. L’ex senatore campano, nonché sindaco di Benevento, non sarebbe però l’unico a garantire una possibile sponda politica per trovare nel breve periodo una via d’uscita dalla crisi: a offrire il proprio aiuto si sarebbe proposto anche l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, il quale ha espresso parole di approvazione per i provvedimenti presi da Conte, attaccando il comportamento a dir poco “distruttivo” del partito di Matteo Renzi. La crisi è dunque servita sul piatto e nei prossimi giorni, salvo eventuali colpi di scena, sarà il leitmotiv della politica italiana.

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