Rincari, allarme per il prezzo del latte: rischia di superare i 2 euro al litro
Allarme di Lactalis e Granarolo: “il prezzo potrebbe salire precipitosamente nel giro di poche settimane. Serve intervento pubblico per scongiurare conseguenze disastrose per migliaia di imprese della filiera, ma anche per le famiglie italiane”
I rincari non hanno risparmiato nemmeno il latte. Due delle più importanti aziende del settore hanno comunicato che un litro di latte potrebbe superare 2 euro al litro. Un prezzo davvero folle, se pensiamo che adesso si trova anche a 1 euro o meno.
A lanciare l’allarme sono state, Granarolo e Lactalis. In un comunicato congiunto, pongono all’attenzione del Governo: “C’è il rischio che, sulla scia dei rincari della produzione, il prezzo del latte possa salire precipitosamente e passare nel giro di poche settimane dagli attuali 1,7-1,8 euro a oltre 2 euro al litro.Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera”
“L’inflazione – spiegano i due gruppi – ha toccato in maniera importante, con numeri a doppia cifra, quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte: alimentazione animale (aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte) che ha reso necessario un aumento quasi del 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, packaging (carta e plastica sono in aumento costante da mesi), ulteriori componenti di produzione impiegati nella produzione di latticini. Oggi, però, la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incremento dei costi energetici che nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane», sottolineano.
Il problema non risparmia le aziende zootecniche: quasi un allevamento su dieci, ha denunciato la Coldiretti, è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività per l’esplosione dei costi. “Fino a oggi grazie alla cooperazione fra allevatori, industrie e grande distribuzione si è riusciti a contenere gli aumenti nei confronti di consumatori e cittadini, ma adesso non siamo più in grado di reggere se non con un aumento dei prezzi perché la situazione sta diventando insostenibile“, ha detto il presidente Coldiretti Ettore Prandini. “In pericolo, ha aggiunto, c’è un sistema composto da 24mila stalle da latte italiane che garantiscono una produzione di 12,7 milioni di tonnellate all’anno e alimenta una catena produttiva lattiero-casearia nazionale che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro con oltre 200.000 persone fra occupati diretti e indotto. La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ricopre una rilevanza sociale e ambientale”
L’Associazione Italiana Lattiero Casearia “ha chiesto al governo di intervenire, agendo in diverse direzioni: ridurre i costi energetici, lavorando su accise e tasse e con un tetto ai prezzi del gas e dell’energia; ridurre gli altri costi di produzione, semplificando la vita di chi fa impresa; cancellando per sempre lo spettro di nuove tasse, come la plastic tax; ridurre l’impatto degli aumenti sui consumatori”. L’azzeramento dell’Iva sui generi di prima necessità a questo punto è una scelta obbligata, ha concluso.
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