Il pacco, arrivato insieme a una lettera anonima dal Canada, è finito sulla scrivania del titolare di un’agenzia di viaggi a Pompei. All’interno, alcuni reperti archeologici degli scavi rubati da turisti del nord America nel 2005 e restituiti dopo un pentimento tardivo. Alla base del gesto c’è un’inusuale superstizione da parte dei cittadini americani. “Portano sfiga, riprendeteveli”, la frase scritta nella lettera. A quanto pare, l’aver rubato due tessere di un mosaico, un pezzo di ceramica e due resti di anfora, non ha portato bene ai ladri, tanto che questi ultimi hanno deciso di liberarsi degli oggetti.
Enorme lo stupore per il titolare dell’agenzia di viaggi, il quale non ha potuto fare altro che consegnare il pacco e la lettera ai carabinieri del presidio fisso del parco archeologico. Nei mesi scorsi, gli ultimi scavi a Pompei avevano svelato nuove scoperte. Pareti dipinte, architetture, la presenza di un criptoportico e alcuni graffiti su un muro: un complesso di età augustea non solo di dimensioni notevoli, ma la cui presenza non era stata mai attestata a Pompei. Gli scavi avevano portato alla luce una parete su cui un fiore bianco si profila elegantemente su un altrettanto elegante sfondo nero; la volta candida di un inesplorato criptoportico, una struttura che nell’antica Roma si configurava come un corridoio o una via di passaggio coperta; infine, un graffito del nome di una bimba incastonato in un muro, Mummia, che richiama alla mente concrete possibilità che il padrone di casa appartenesse alla gens dei Mummii, importante famiglia di Roma che ottenne alti uffici dello Stato.
Gli scavi che hanno riportato alla vita le ultime e significative scoperte erano stati effettuati nel cantiere subito al di fuori delle mura che attorniano l’antica colonia. Il complesso architettonico svegliato dal millenario tepore possiede locali di rappresentanza, stanze e sale destinate a ricevere ospiti, udienze o cerimonie ufficiali che si affiancano ai locali di servizio e di lavoro, un’imponente villa suburbana con vista mare, ricca a tal punto da poter ospitare cavalli di razza, finemente bardati di bronzo nelle sue stalle.
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