I carabinieri della tenenza di Sant’Antimo hanno effettuato questa mattina un maxi sequestro di armi. Tra l’arsenale sequestrato anche dei razzi, utilizzati nella guerra della ex Jugoslavia. Le armi sono state rinvenute in un vano contatori all’interno di una palazzina in fase di ristrutturazione in via Solimena. I militari hanno recuperato 2 rivoltelle, una 357 Magnum e una Colt 38, una semiautomatica calibro 8 mm, 2 fucili da caccia Beretta calibro 12 e 106 proiettili di vario calibro. Ma gli “articoli” più “pregiati” sono sicuramente i 5 razzi di fabbricazione jugoslava, largamente utilizzati durante la guerra dei Balcani.
In un borsone i carabinieri hanno trovato anche una giubba, un berretto e una paletta della polizia municipale del Comune di Dragoni e ben 820 grammi di marijuana, suddivisi in 9 confezioni. Il sequestro è stato operato a carico di ignoti. Le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue.
Anche se, al momento, i “custodi” delle armi non sono stati rintracciati, non c’è alcun dubbio che il ritrovamento di un così importante arsenale è sempre uno smacco per la criminalità organizzata, pronta ad utilizzarle, se non lo ha già fatto prima, in qualche azione delittuosa. Soprattutto in un Comune come Sant’Antimo che, in passato, ha subìto la pressione e l’oppressione del clan Puca, legato in toto alla malapolitica e alla cattiva imprenditoria locale, con speculazioni e affari nel settore dell’edilizia.
Un clan capace di allungare i suoi tentacoli coinvolgendo anche esponenti delle forze dell’ordine, secondo le indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna e della Dia di Napoli, che hanno portato all’arresto di 5 militari, due dei quali recentemente scarcerati, accusati di corruzione, omissione di atti d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio.
Il sequestro di armi a Sant’Antimo, segue quello altrettanto importante effettuato circa un mese fa nel popoloso quartiere napoletano di Miano. Un sequestro che seguì l’omicidio del 44enne Stefano Bocchetti, in una sala giochi in vico Vincenzo Valente. Tra le armi sequestrate, anche in quel caso, numerose quelle da guerra, come 2 fucili mitragliatori automatici con mirino di precisione.
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