Quando si parla di frittura ci si riferisce ad un metodo di cottura che prevede l’utilizzo di olio ad elevate temperature con lo scopo di aumentare la gradevolezza degli alimenti donando loro maggior gusto e croccantezza. Tuttavia quando si parla di corretta alimentazione o dieta si tende a bandire il “fritto” poichè visto come nemico, suggerendone il consumo limitato principalmente per due motivi: l’aumento dell’apporto calorico degli alimenti preparati con tale metodo e il rischio di sviluppo di sostanze tossiche.
Cosa si intende per sostanze tossiche e come si sviluppano? Non tutti sanno che quando si sceglie di friggere un alimento è fondamentale utilizzare l’olio giusto e impiegare i tempi giusti di cottura. Qualora ciò non avvenisse possono svilupparsi sostanze molto tossiche per il nostro organismo come l’acroleina o si possono rischiare spiacevoli problematiche gastrointestinali. Non a caso è più facile incorrere in problemi quali cattiva digestione o dolori addominali quando si mangiano prodotti fritti al di fuori delle mura domestiche in quanto non in tutti i locali che offrono servizi di ristorazione si presta la giusta attenzione alla preparazione del prodotto.