il 31 agosto, decadono gli obblighi di vaccinazione per l’intero personale scolastico. Per questo motivo torneranno in cattedra anche i docenti non vaccinati, così come i bidelli e gli amministrativi, che hanno deciso di non vaccinarsi.
Questo è quanto emerge da una nota per le misure standard di prevenzione anti-Covid, inviata ieri dal Ministero dell’Istruzione a tutte le scuole, dalle materne agli istituti superiori. Si tratterebbe di un ritorno al passato per tutti i lavoratori della scuola che, dopo il decreto dell’aprile 2021, erano stati allontanati dalla scuola o spostati ad altre mansioni a causa della loro scelta.
Restano invece in vigore le generali norme anticontagio che prevedono per gli alunni l’assenza in caso di sintomi influenzali o con febbre superiore a 37,5 gradi e l’utilizzo della Ffp2 se a rischio. Le scuole, inoltre, provvederanno alla sanificazione delle classi sia ordinaria sia straordinaria, in presenza di uno o più casi di positività, e a disporre i ricambi d’aria frequenti. Per quanto riguarda gli studenti, no alla Dad in caso di positività in classe. Ma con un occhio al quadro epidemiologico. Il Ministero, nella circolare, specifica che in caso di aumento dei contagi potrà “adottare e aggiornare linee guida e protocolli volti a regolare lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche, produttive e sociali“.
Secondo la Uil (sindacato dal personale del settore, sia pubblico che privato, dell’istruzione che fa capo alla Unione Italiana del Lavoro) tutto questo non può bastare: “Nessuna risposta in materia di distanziamento, né misure stabili contro il sovraffollamento delle classi e l’esiguità degli spazi. Nessuna mappatura degli interventi tecnici per il ricambio d’aria e la ventilazione degli ambienti; referenti Covid alle prese con compiti inusitati e impropri. Tutte questioni che restano aperte”, evidenzia il sindacato.