Le problematiche che da sempre affliggono la scuola italiana tornano a essere al centro dell’attenzione. In particolare, il problema delle cattedre vacanti a causa della mancanza di docenti titolari rimane irrisolto. Secondo i sindacati, oltre 200mila supplenti saranno chiamati a coprire posti sia annuali che temporanei. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha recentemente annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di 50.807 docenti, a cui si aggiungeranno altri 30.000 posti disponibili per il prossimo concorso Pnrr, previsto per settembre.
Tuttavia, Gianna Fracassi, segretaria generale Flc Cgil, solleva dubbi riguardo a questi annunci: “Le promesse estive di nuove assunzioni si scontrano spesso con la realtà dei numeri. Anche quest’anno, non saranno coperti tutti i posti disponibili, con una carenza di oltre 50mila posti, escludendo quelli che rimarranno vacanti, che lo scorso anno sono stati circa la metà. La priorità della scuola dovrebbe essere garantire risorse per gli studenti e valorizzare chi lavora nel settore, anziché sperimentare autonomie differenziate o ridurre il numero delle autonomie scolastiche“.
La Cisl Scuola, rappresentata dalla segretaria Ivana Barbacci, mette in luce la situazione del personale Ata, sottolineando che le previste assunzioni coprono solo il 30% dei posti vacanti. Questo porterà a un aumento del tasso di precarietà in questo settore, con effetti negativi sul corretto funzionamento delle scuole. Barbacci denuncia anche la scarsa considerazione riservata a questo personale, che svolge mansioni cruciali per il buon funzionamento dell’istruzione.
Le critiche più forti arrivano dal sindacato dei presidi Dirigenti Scuola, il quale prevede che numerose istituzioni scolastiche saranno affidate in reggenza a causa dell’assenza di concorso ordinario e delle mancate soluzioni adottate dall’Amministrazione per coprire i posti vacanti. Questa situazione compromette l’efficienza scolastica, con possibili ripercussioni sulle famiglie e sull’istruzione dei ragazzi. Dall’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli riconosce lo sforzo del Ministero dell’Istruzione ma evidenzia che rimangono oltre 200mila posti scoperti, ancora affidati a personale non di ruolo. Tuttavia, sul fronte della formazione dei docenti, ci sono buone notizie: sono stati messi a disposizione circa 10.500 posti per gli aspiranti insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie per il prossimo anno accademico 2023-2024.
Il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha firmato un decreto che offre circa 1.000 posti in più rispetto al previsto potenziale formativo per i corsi di laurea magistrale in Scienze della formazione primaria, aprendo nuove opportunità per chi desidera intraprendere la carriera di insegnante.