Sfruttamento del lavoro nero tra Cellole e Sessa Aurunca: divieto di dimora a 4 imprenditori agricoli
Lavoratori extracomunitari impiegati nella coltivazione e raccolta di pomodori per oltre 11 ore giornaliere, con retribuzioni tra i 30 e i 40 euro al giorno
Reclutavano cittadini stranieri per farli lavorare in nero in aziende agricole ubicate nei comuni di Cellole e Sessa Aurunca. I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta ha smantellato ed eseguito un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Applicate misure cautelari di divieto di dimora nella provincia di Caserta per 4 imprenditori agricoli: R.G., R.D., R.V. e D.B.S., tutti residenti a Marano di Napoli. I quattro sono accusati, in concorso tra loro, di sfruttamento del lavoro e utilizzo di manodopera clandestina nei confronti di dieci lavoratori extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, impiegati su terreni agricoli nei comuni di Cellole e Sessa Aurunca.
In particolare, a seguito di verifica ispettiva, nel contesto del progetto ‘Su.Pr. Eme.’, dei Carabinieri, sono stati individuati dieci lavoratori extracomunitari impegnati nella raccolta di ortaggi. Le condizioni di lavoro evidenziate durante il controllo hanno suscitato ulteriori approfondimenti da parte dei carabinieri, che hanno accertato che i braccianti agricoli subivano gravi condizioni di lavoro senza un contratto di assunzione regolare. Erano impiegati nella coltivazione e raccolta di pomodori per oltre 11 ore giornaliere, con retribuzioni tra i 30 e i 40 euro al giorno. Inoltre, lavoravano per tutta la settimana e venivano sottoposti a violenze fisiche.
Le violenze includevano episodi in cui un immigrato veniva colpito con una cinghia da uno degli indagati semplicemente per essersi seduto a terra per riposarsi. In un altro caso, un lavoratore che aveva avuto un malore non veniva trasportato in ospedale, ma riaccompagnato a casa senza ricevere cure mediche.
Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e i destinatari dei provvedimenti cautelari sono da ritenersi innocenti fino alla sentenza definitiva, le misure cautelari sono state adottate senza il contraddittorio con le parti e le difese, e il contraddittorio avverrà innanzi al Giudice terzo clie potrà valutare anche l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.
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