Stamattina i militari dell’Arma dei Carabinieri hanno smantellato una vera e propria centrale della truffa, operativa tra l’hinterland napoletano e il basso casertano, più precisamente tra i comuni di Grumo Nevano e di Sant’Arpino. L’operazione dei Carabinieri, coadiuvati dal nucleo dell’Ispettorato del Lavoro di Napoli, ha portato alla denuncia di ben undici persone della zona, tutte di età compresa tra i diciassette e i quarant’anni, imputate di aver compiuto i reati di riciclaggio e di sostituzione di persona.
Durante un controllo stradale una pattuglia della stazione di Grumo Nevano ha fermato un diciottenne grumese il quale, all’atto dei controlli, è stato trovato in possesso di un borsone da viaggio al cui interno erano stati occultati sedici telefoni cellulari e un computer portatile. I militari hanno così chiesto al giovane per quale motivo stesse trasportando con sé tutte quelle apparecchiature elettroniche ma il diciottenne non è stato in grado di spiegarne la ragione. A quel punto le forze dell’ordine, insospettite dallo strano atteggiamento del ragazzo, hanno deciso di vederci chiaro in questa vicenda e hanno contestualmente avviato le indagini.

Durante una serie di ispezioni e accertamenti effettuati tra le province di Napoli e di Caserta, i carabinieri hanno individuato la base operativa alla quale faceva riferimento il giovane fermato: i militari sono così riusciti a risalire a un appartamento sospetto ubicato nel vicino comune di Sant’Arpino. Le forze dell’ordine hanno pertanto fatto irruzione nel luogo individuato nel corso delle indagini e al suo interno hanno scoperto nove persone intente a lavorare in quella che a tutti gli effetti sembrava la sede di un call center. Durante le perquisizioni effettuate negli uffici sono stati rinvenuti ben 994 telefoni cellulari di vecchia generazione, undici computer desktop e altri due pc portatili. I militari hanno inoltre rinvenuto decine di sim card e numerose fotocopie di carte di identità appartenenti a terze persone.
Subito le forze dell’ordine hanno compreso che ci fosse qualcosa non andava e che all’interno di quegli uffici “improvvisati” venissero eseguite operazioni illecite dato che l’attività risultava irregolare. Infatti, secondo quanto accertato successivamente dagli inquirenti, all’interno dell’appartamento ispezionato venivano eseguite operazioni illegali di trading online a discapito di persone residenti nell’area nord di Napoli le quali erano totalmente ignare della truffa che si stava consumando alle loro spalle. A finire nei guai è stata inoltre un’undicesima persona, si tratta di un trentaduenne residente nella vicina città di Frattamaggiore il quale è stato identificato come il titolare dei locali oltre che il responsabile dell’attività illegale. Così, oltre ai reati di sostituzione di persona e di riciclaggio, sono stati aggiunti anche i reati di lavoro sommerso: nei confronti del reo i militari hanno applicato una sanzione di oltre centomila euro sia per le violazioni delle norme che regolano la sicurezza sui posti di lavoro sia perché i nove impiegati del call center lavoravano letteramente in nero, senza cioè regolare contratto di lavoro.

Al termine delle operazioni condotte stamane dalle forze dell’ordine si è pertanto provveduto al sequestro dei locali nei quali veniva posta in essere l’attività illecita appena descritta. In queste ore, inoltre, proseguono le indagini a tappeto da parte dei carabinieri per risalire all’identità delle persone residenti nell’hinterland partenopeo le quali, in maniera del tutto inconsapevole, sono state vittime di truffa e di sostituzione di persona.
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