Società completamente fittizie, create col solo scopo di assumere e licenziare centinaia di lavoratori che, in questo modo, potevano accedere all’indennità mensile di disoccupazione. È il fenomeno di cui si è occupata, nei primi cinque mesi del 2020, la compagnia della guardia di finanza di Aversa, sulla base degli esiti dei preliminari accertamenti ispettivi dell’Inps e su delega della Procura di Napoli Nord. Le fiamme gialle hanno portato a termine approfondimenti investigativi mirati su 27 società localizzate, come già riscontrato in passato, in un ambito territoriale ben delimitato, per lo più tra i comuni dell’Agro aversano e, in particolare, negli ultimi casi, a Villa di Briano, Villa Literno, San Marcellino e Casal di Principe. I riscontri di polizia giudiziaria compiuti hanno permesso di accertare, in tutti i casi esaminati, la completa inconsistenza delle imprese e dei rapporti di lavoro dichiarati. Alla base della condotta criminale ci sarebbe un modus operandi ben delineato, in cui l’apporto attivo di consulenti fiscali e del lavoro risultava determinante per la creazione degli schermi societari, esistenti solo sulla carta, da sfruttare quali veicoli giuridici per ottenere indebitamente i sussidi pubblici.
Sedi operative inesistenti, contabilità non pervenuta, insussistenza delle attività dichiarate sono i principali fattori emersi dalle indagini su queste imprese fantasma, appartenenti principalmente ai settori dell’edilizia, dei servizi di pulizia e del volantinaggio. Un fenomeno che, come rilevato dai finanzieri nel corso delle recenti attività investigative, non sembra diminuire nonostante i numerosi interventi delle forze dell’ordine: in questi 5 mesi sono stati denunciati, infatti, ben 662 soggetti tra furbetti del sussidio, consulenti e legali rappresentanti, accusati a vario titolo di truffa aggravata nei confronti dell’ente previdenziale, per un profitto illecito sulle indennità percepite pari a quasi 2 milioni di euro. A questa cifra vanno inoltre aggiunte le richieste di indennità non dovute, già inoltrate e non concesse solo grazie all’attività ispettiva svolta dallo stesso ente e alle successive conferme giudiziarie. Nell’ambito delle stesse indagini, inoltre, si sono spesso configurate ulteriori ipotesi di reato a sfondo economico finanziario, come la frode fiscale e il falso in bilancio.
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