Pompei non smette mai di stupire. Sono stati ritrovati i corpi quasi intatti di un uomo di circa 40 anni e del suo schiavo, risultato degli scavi attuati durante le ultime settimane, sebbene la pandemia abbia dato filo da torcere allo svolgimento dei lavori. Ben conservati, i corpi ritraggono gli ultimi istanti prima della tragica morte, piccoli dettagli che rendono unica la scoperta, come le dita piegate e la tunica arricciata. In un momento tanto difficile come quello attuale, un ritrovamento del genere irrompe con una certa forza, attirando a sé l’entusiasmo del direttore Massimo Osanna, il quale sottolinea l’importanza delle tecnologie, capaci di realizzare in modo accurato i calchi delle vittime. Entusiasta anche il ministro al Beni culturali Dario Franceschini, che si è complimentato per l’importante scoperta.
È la villa suburbana di Civita Giuliana, a circa 700 metri a nord-ovest di Pompei, la cornice del ritrovamento, già protagonista nel 2017, quando gli archeologi scoprirono i resti di tre cavalli di razza, di cui uno ritrovato con una raffinata sella in legno e bronzo. Un evento esclusivo, poiché i calchi sono sfuggiti alle grinfie dei tombaroli, i quali sono passati nelle vicinanze di una delle due vittime, ma senza accorgersene. “Abbiamo avvertito la presenza di vuoti nella coltre di materiale piroplastico e da lì la sorpresa dei resti umani”, afferma il direttore Osanna, il quale ha descritto i momenti più frenetici che hanno preceduto la scoperta, tra cui l’utilizzo della tecnica di colatura di gesso, messa a punto, nel 1863, da Giuseppe Fiorelli, per ottenere il calco delle vittime.