Un comparto considerevolmente danneggiato dalla chiusura e dalle norme anti-Covid-19 è senza dubbio quello dei lavoratori, lavoratrici e imprese dello spettacolo, che continuano a far sentire la propria voce e le proprie ragioni. Uniti e compatti per superare insieme la crisi, attraverso la voce dell’Agis Campania hanno evidenziato proposte concrete per affrontare questa nuova fase dell’emergenza, dove le aperture si sono normalizzate e le attività sono state riavviate. L’associazione dello spettacolo ha, infatti, messo sul tavolo programmi e azioni condivise da sostenere presso le istituzioni nazionali e regionali. Lunedì scorso, per la verità, una svolta c’è stata: nella sede napoletana dell’Agis a piazza del Gesù, gli amministratori delle imprese hanno incontrato i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo. Nell’assemblea sono state coinvolte anche tutte le strutture dell’Artec (l’Associazione Regionale Teatrale Campania) e del sistema Med (Musica e Danza).
“Si è avviato qui – sottolinea il presidente Artec Lello Serao – un percorso condiviso dalle parti, frutto di un confronto aperto e propositivo che ha prodotto interessanti riflessioni e proposte concrete sia sul presente che sulle prospettive di riordino di un comparto particolarmente fragile e complesso, sebbene universalmente riconosciuto di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale e civile del nostro Paese”. Al primo posto delle priorità emerse c’è la necessità di rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali, in quanto in massima parte i lavoratori del settore spettacolo posseggono contratti intermittenti. Serao continua esprimendo la richiesta al Governo di sostituire l’attuale Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, con il sistema Aspi. Per l’erogazione della disoccupazione, infatti, il primo sistema si è rivelato inefficace e discriminatorio nei confronti di una fetta dei lavoratori, mentre il secondo, già sperimentato in precedenza, risulta essere più dignitoso nel dare risposte più adeguate alle esigenze del settore.
Altro punto-chiave evidenziato dalla rappresentanza dei lavoratori è la necessità di un sostegno economico alle singole persone, da concretizzare in maniera immediata. Ad avere particolarmente bisogno degli aiuti sono gli operatori del settore musicale, tenendo ben presente che le attività di organizzazione dei concerti – sicuramente una bella fetta di introiti per molti – non riprenderanno prima di marzo 2021. In aggiunta, ci sono anche le istanze del settore danza, in virtù del fatto che non si riesce ancora a ipotizzare una data e una misura di ripresa. Prove e spettacoli, per l’appunto, sono subordinati a vicinanza e contatto, al momento ancora incompatibili con i protocolli sul distanziamento.
È stata ipotizzata, dunque, una soluzione, condivisa sia da imprese che da lavoratori. Si tratterebbe di un reddito di continuità che permetta a tutti, in particolar modo a chi non sarà reintegrato in questa ripartenza, di avere un sostegno economico per andare avanti fino al ripristino delle condizioni di (anche pseudo) normalità. Sancito, inoltre, l’impegno per la creazione di un tavolo permanente di confronto, al quale partecipino anche le altre piattaforme formali e informali che si sono riunite durante il periodo di confinamento e i rappresentanti del teatro pubblico, come ad esempio il Teatro nazionale di Napoli, il Teatro San Carlo e il Napoli Teatro Festival. “Un tavolo tecnico e operativo – conclude Serao – che possa ottenere risultati concreti e fugare ogni ombra di contrapposizione tra lavoratori e imprese, confermando che si è parte di un unico mondo, il palcoscenico, che può esistere solo nell’armonia delle sue componenti, ma che necessita, oggi più che mai, del rispetto di regole certe, della trasparenza dell’utilizzo dei finanziamenti pubblici, del sostegno reciproco per la salvaguardia di un patrimonio immateriale di competenze e di passione”.
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