Sarebbero tre in totale i video in circolazione (con gli ultimi due saltati fuori solo nelle ultime ore) nei quali appaiono chiari ed inequivocabili gli atti di violenza perpetrati ai danni dei detenuti durante l’operazione di repressione organizzata da alcuni agenti della Polizia Penitenziaria presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere e che il Giudice delle Indagini Preliminari ha definito “una mattanza”.
A seguito della diffusione dei nuovi video, la Procura della città ha aperto un fascicolo per consentire di svolgere indagini mirate a comprendere come sia possibile che i video siano stati resi pubblici mentre si è ancora in fase di indagini preliminari: fase che, è bene ricordarlo, prevede che gli atti del Pubblico Ministero e della Polizia Giudiziaria siano coperti da segreto istruttorio, per evitare la compromissione delle indagini stesse e il reale inquinamento delle prove in corso di acquisizione. Si teme inoltre che le immagini dei nuovi filmati, che si sono diffuse rapidamente attraverso i social, posano fomentare ulteriormente il clima avvelenato e di odio nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria, come denunciato da quasi tutti i sindacati di categoria.
Intanto sono stati interrogati quelli che sono stati definiti I Comandanti del “Gruppo di supporto agli interventi“, team speciale istituito proprio da Antonio Fullone, provveditore all’amministrazione penitenziaria della Campania nei giorni dell’emergenza carceri durante il lockdown del 2020. Alla presenza del Gip Sergio Enea gli accusati hanno negato di aver ordinato le violenze visibili nei video, mentre un agente avrebbe invece dichiarato ai giudici di aver urlato ai propri colleghi di fermarsi, senza successo. Pare che l’uomo abbia rivelato che alcuni agenti provenienti dal carcere di Secondigliano abbiano preso in mano la situazione. Circostanze che i magistrati stanno verificando e che potrebbero, qualora appurate, dare il via a nuovi provvedimenti. Finora le indagini hanno portato all’emissione di 52 ordinanze cautelari nei confronti di agenti ed esponenti dell’amministrazione penitenziaria, oltre che alla sospensione di altri 25 poliziotti penitenziari, inclusi due vicedirettori e un vicecomandante.
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