Tra i dati critici emersi nel nuovo rapporto sull’Italia presentato oggi dal CPT (Comitato per la prevenzione contro la tortura), frutto della visita compiuta tra marzo/aprile 2022, risultano casi di violenze e intimidazioni tra detenuti, soprattutto nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e in quello di Regina Coeli a Roma. Oltre ad un sovraffollamento in tutti gli istituti di pena che tocca quota 152% considerando la prigione di Monza.
Questi alcuni dati denunciati dal Cpt e, a seguito del quale, si torna a domandare anche l’abolizione dell’isolamento diurno ed il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime del “41-bis“. Sempre da Strasburgo, poi, è arrivata la richiesta di poter migliorare, in generale, le condizioni di vita dei detenuti, oltre ad una serie di misure specifiche pensate per le donne ed i transessuali.

Nel corso della visita, la delegazione del CPT ha esaminato il trattamento e le condizioni di detenzione delle persone detenute in quattro istituti penitenziari. Ha valutato inoltre il trattamento dei pazienti ricoverati nei reparti psichiatrici di quattro ospedali civili (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura o SPDC) e, per la prima volta, di persone anziane non autonome residenti in due case di cura (Residenze sanitarie assistenziali o RSA).
In base alle testimonianze di violenze tra detenuti, raccolte proprio dal Cpt, sono emerse storie di pestaggi con pugni e calci, con l’organo del Consiglio d’Europa che ha incontrato anche una persona che era stata pugnalata alla gamba e ha dovuto subire 20 punti di sutura. Nel rapporto, tra l’altro, è emerso come i carcerati abbiano riferito di sentirsi insicuri e privi del supporto degli agenti penitenziari, che spesso e volentieri si trovano fuori dalle sezioni e scoprono gli abusi solo dopo le segnalazioni dei detenuti.

Secondo la delegazione Europea una delle risposte migliori per limitare la violenza tra detenuti è promuovere un vero sistema di sorveglianza dinamica da parte del personale penitenziario. Considerando, invece, il sovraffollamento, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa ha segnalato che un carcere in cui il 90% dei posti è occupato indica già la possibile insorgenza del problema. In base alle valutazioni degli esperti, la soluzione non sarebbe aumentare i posti negli istituti di pena ma invitare le autorità ad adottare una strategia coerente più ampia, assicurando che la detenzione sia realmente la misura di ultima istanza.
È vero le nostre carceri sono sovraffollate, abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case, ma anche un progetto a lungo termine, soluzione più ambiziosa e definita, di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere“. Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, commentando il rapporto del Cpt.
“Le carenze strutturali testimoniano un’attività di lavoro davvero difficile, poi abbiamo un sovraffollamento da un lato e dall’altro una carenza di personale. Denunciano i dati che ci sono mille persone in meno rispetto a quelle che sarebbero necessarie, dunque non bastano evidentemente nemmeno i concorsi che sono stati attivati“. Lo ha detto, a Bari, la presidente del Consiglio regionale pugliese e vicepresidente del Pd, Loredana Capone, a margine della cerimonia celebrativa del 206° anniversario di fondazione del Corpo della polizia penitenziaria.
