Per accorciare i tempi procedurali dal prossimo 28 febbraio si potrà richiedere in un atto unico la domanda di separazione e di divorzio. Si tratta dell’applicazione di quanto stabilito dalla riforma dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Una delle novità più importanti è appunto quella di avere la possibilità di proporre con lo stesso atto davanti al giudice la domanda sia di separazione giudiziale che quella per il divorzio contenzioso.
L’obiettivo è accorciare i tempi procedurali della giustizia civile evitando tempi lunghissimi per il divorzio e puntare ad arrivarci in circa otto mesi e non un anno e mezzo come prima. Le coppie che hanno intenzione di procedere in questo senso dovranno dimostrare al giudice la propria condizione patrimoniale depositando l’elenco dei beni mobili registrati di proprietà, le quote societarie, gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari e la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni.

Altra novità di sicuro impatto, è la possibilità per il giudice di sanzionare il genitore che accetta il piano genitoriale proposto ma poi non lo rispetta nei tempi e nelle modalità. Sono previsti diversi provvedimenti che spaziano dall’ammonizione alla condanna al pagamento di una sanzione amministrativa che può arrivare a 5mila euro.
Mentre, in presenza di figli, che saranno sempre ascoltati, viene introdotto l’onere dei genitori di descrivere le attività quotidiane che impegnano i minori, per consentire al giudice di decidere al meglio su affidamento e diritto di visita. La nuova riforma interesserà migliaia di persone, posto che in Italia nel 2020 si contavano 79.917 separazioni e 66.662 divorzi (in calo sul 2019) di cui circa un quarto di carattere giudiziale. La propensione a ricorrere agli accordi extragiudiziali, è infatti diffusa in tutto il Paese soprattutto al Nord.
Da un’indagine dell’Istat, nel 2020 il ricorso ai divorzi giudiziari è stato maggiore al Sud con picchi nei Tribunali di Sardegna (42,7%), Calabria (42,3%), Puglia (38,8%) e Campania (37,9%). La popolarità degli accordi extragiudiziali si lega alla velocità del procedimento che è mediamente più breve: circa 40 giorni contro i circa 160 giorni nel caso di divorzi consensuali presso i Tribunali. Per chi invece sceglie la strada del contenzioso in aula la riforma del rito unico intende ‘scontare’ circa 8 mesi di procedimento per arrivare alla sentenza.
