Non soddisfatte dalle “azioni messe in campo allo scopo di addivenire a una positiva composizione della vicenda della retribuzione dei medici convenzionati di emergenza territoriale”, le organizzazioni sindacali Anaao, Arooi, Cimo, Cgil medici, Cisl medici, Uil medici, Fvm, Fassid, Anpo Ascoti Filas medici, Fesmed, Fimmg, Smi, Snami, Sumai assoprof, Fespa e Intesa sindacale, hanno indetto per venerdì 26 marzo lo sciopero dei medici del 118. Una decisione maturata dopo che alcune Asl regionali, in particolare l’Asl Napoli 1, applicando una sentenza della Corte dei conti, hanno sospeso le indennità previste nella busta paga per “lavoro usurante” e sono pronte a decurtare dallo stipendio le somme già liquidate negli anni scorsi: una scelta che creato enorme malumore tra il personale medico del 118. Le organizzazioni sindacali prendono atto che “nulla è cambiato” dopo l’incontro con il Capo di Gabinetto della Regione Campania Maurizio Borgo, “del quale abbiamo apprezzato l’impegno promesso di una interlocuzione qualificata con la Procura generale della Corte dei conti”. Tale impegno però, proseguono nella nota i sindacati, “è stato giudicato tardivo”, in quanto “alcune aziende oltre al taglio della retribuzione già posto in essere, minacciano contemporanee azioni di recupero fino a un quinto dello stipendio”. “Le sopra dichiarate decurtazioni – è il parere delle organizzazioni sindacali – contribuiscono a rendere insostenibile lo sforzo dei medici di emergenza territoriale già profondamente provati dalla necessità di essere in prima linea per la pandemia in atto”.
A rincarare la dose è Luigi De Lucia, segretario regionale del Sindacato dei medici italiani. De Lucia afferma di essere “sconcertato perché a causa di un incentivo applicato da funzionari delle Asl alle retribuzioni dei medici convenzionati campani dell’emergenza sanitaria 118, a seguito di una delibera regionale che attribuiva l’indennità di euro 5,16, si voglia adesso, dopo 20 anni di distanza, nel pieno della pandemia, pretendere arretrati a tutti medici del 118 della Campania. Si tratta di somme che arrivano anche a centomila euro e tale richiesta ha il sapore punitivo per una categoria medica che è in prima linea contro il Coronavirus”. “La Regione Campania – prosegue De Lucia – deve chiarire quale sia il destino del 118 nella nostra regione. Questa vicenda è emblematica perché rischia di azzerare il servizio dell’emergenza con una fuga di tutti i professionisti da questo settore medico. Per di più non vorremmo che dietro a questa vicenda si celasse la volontà di privatizzare il servizio, aprendo a cooperative e a imprenditori privati. Per queste ragioni è più che mai giusta la proclamazione dello sciopero del 26 marzo prossimo in Campania”, conclude il segretario dello Smi.

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