Un altro caso di violenza in carcere ai danni di un poliziotto penitenziario. Gli ha puntato un punteruolo alla gola dopo averlo attirato vicino alla cella con una scusa. Una volta minacciato ha provato a sequestrare l’agente. È successo al piano superiore del reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’intervento di altri operatori ha poi fortunatamente consentito di riportare la situazione alla normalità.
L’autore del gesto, un 30enne, detenuto italo-cubano, ex pugile, già protagonista di analoghi episodi in altro istituto di pena e noto anche alle cronache per aver ucciso il suo compagno di cella nel carcere di Velletri. A denunciare l’accaduto è l’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp): “Basta violenze ai danni dei poliziotti – hanno commentano il segretario regionale Ciro Auricchio e il presidente Giuseppe Moretti – bisogna subito attivare la procedura di trasferimento fuori regione, come previsto da una recente circolare e avviare l’iter per il regime ex art. 14 bis o.p., per chi si è reso autore di più condotte violente in ambito penitenziario“.
Per i due sindacalisti, inoltre, occorre, “la previsione normativa della sospensione dei benefici di legge previsti dall’ordinamento penitenziario per i detenuti che si rendono protagonisti di questi episodi di inaudita gravità. Più volte, inoltre, abbiamo denunciato che nel carcere di Santa Maria Capua Vetere mancano 80 agenti dalla pianta organica – ricordano Auricchio e Moretti – i pochi colleghi rimasti devono fronteggiare quotidianamente le forti criticità dell’istituto. Al collega, vittima della vile azione, giunga la solidarietà di tutto il sindacato“.
