Il Governo sta mettendo a punto il sistema che riporterà in auge il Cashback, anche se con una nuova formula di rimborso. Peraltro, probabilmente migliore. In pratica, non servirà più conservare scontrini e ricevute, perché con il nuovo metodo i cittadini potranno ottenere subito un rimborso pari al 19% di quanto speso. Immediatamente dopo aver eseguito il pagamento per una visita medica, l’acquisto di medicinali scaricabili o altre spese che possono essere scaricate ai fini nella dichiarazione dei redditi.
L’obiettivo, inoltre, sembra essere sempre lo stesso: arginare l’uso del contante e, di conseguenza anche l’evasione. La nuova versione del Cashback di Stato, però, ha come scopo principale quello di ridurre i tempi della burocrazia, portando a compimento la digitalizzazione globale della Pubblica Amministrazione già in atto, ma che certo beneficerebbe di un’ulteriore spinta.
L’accredito delle somme spettanti sarà automatico, direttamente sul conto corrente associato al metodo di pagamento effettuato con carta di debito o di credito e con altri strumenti digitali.
Come spiegato dalla viceministra dell’Economia, Laura Castelli, all’agenzia di stampa AGI, “In questo modo i contribuenti avranno davvero il diritto a ottenere quello che gli spetta in maniera semplice. E poi è un modo per continuare a utilizzare quello che abbiamo costruito sul piano digitale sul Fisco”. Si comincerà con una sperimentazione sulle spese sanitarie, poi il Cashback sarà esteso a tutte le altre. Così facendo, oltretutto, potrebbero beneficiare delle detrazioni anche gli incapienti, i quali per il mancato raggiungimento di una soglia di reddito minima, non presentano alcuna dichiarazione dei redditi. Verrebbe così coinvolta l’intera popolazione, senza escludere alcun soggetto sulla base di criteri legati esclusivamente alle entrate economiche.