Il Tribunale del riesame di Napoli ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per i tre nipoti del boss dei Casalesi Michele Zagaria, che erano stati arrestati dai carabinieri del Ros nelle scorse settimane, nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia partenopea, con l’accusa di avere infiltrato il clan nel business della distribuzione alimentare per far sì che potesse controllare nei fatti una serie di importanti catene di supermercati attivi nelle province di Caserta e Napoli.
Tornano, dunque liberi sia Filippo Capaldo, figlio di Beatrice Zagaria, la sorella di Michele, ritenuto dagli inquirenti il successore del boss alla guida del suo sodalizio, sia i fratelli Nicola e Mario Francesco Capaldo che, secondo gli investigatori, avrebbero gestito, attraverso alcuni prestanome, numerose società di produzione di beni alimentari con le quali rifornivano i supermercati gestiti dal loro fratello Filippo. A sua volta, quest’ultimo è risultato socio occulto dell’imprenditore della grande distribuzione Paolo Siciliano, titolare di note catene di supermercati come Pellicano. La posizione di Siciliano, anch’egli arrestato, sarà discussa al Tribunale del riesame in questi giorni. Assieme ai fratelli Capaldo sono tornati liberi, su decisione del Riesame, anche le “contabili” di Capaldo e il marito di una di loro, al quale sarebbe stato intestato un conto corrente dove finivano i proventi del business dei supermercati.
Ieri sera, invece, la Corte d’appello di Napoli ha condannato a quattordici anni di carcere, per associazione camorristica, Nicola Inquieto, un imprenditore edile operante in Romania, dove aveva creato un impero immobiliare riciclando, secondo i giudici, i soldi del boss Michele Zagaria. In primo grado il Tribunale di Napoli Nord aveva inflitto a Inquieto sedici anni e la sentenza di appello ha tutto sommato confermato la ricostruzione accusatoria della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che nell’aprile 2018 fece arrestare l’imprenditore assieme al fratello Giuseppe, poi assolto, ritenendolo colluso con Zagaria, per il quale avrebbe ripulito centinaia di milioni di euro creando in Romania, in particolare nella città di Pitesti, un impero immobiliare tra imprese di costruzione, centri benessere, varie centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione. Tra l’altro, un altro fratello di Inquieto, Vincenzo, è il proprietario della casa in via Mascagni, a Casapesenna, nella quale fu arrestato Zagaria a dicembre 2011. Anche Vincenzo Inquieto, va precisato, due mesi fa è stato assolto dall’accusa di associazione camorristica.

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