Nel percorrere il centro storico di Napoli, dopo una visita immancabile al Duomo, non si può evitare l’ingresso nel palazzo adiacente, che custodisce la meraviglia delle meraviglie della città partenopea: il Museo del Tesoro di San Gennaro, dove sono racchiusi 700 anni di arte, cultura, religiosità e devozione popolare. Un percorso museale, attualmente diretto da Paolo Jorio, che lascia a bocca aperta qualunque visitatore.
Il museo conserva gioielli, sculture, dipinti, oggetti, arredi di un valore artistico ed economico inestimabile, di gran lunga superiore anche al tesoro della regina d’Inghilterra. Spiccano tra i cimeli innanzitutto il busto di San Gennaro in argento voluto da re Carlo II d’Angiò nel quattordicesimo secolo e le statue dei santi compatroni sempre in argento.
Il percorso è un crescendo di stupore e meraviglia. Tra i capolavori che è possibile ammirare, si va dalla Croce d’argento e raro corallo del Mediterraneo del 1706 al Reliquiario per il sangue di San Gennaro, la cui base con corona ospita uno degli smeraldi più grandi al mondo. Il museo è testimonianza di devozione ma sembra aleggiare anche una sorta di misticismo, per cui davanti al santo patrono di Napoli tutti, popolani e non, si sono inchinati.
I napoletani hanno sempre strenuamente difeso il tesoro durante i numerosi saccheggi che la città ha subito nel corso dei secoli; lo stesso Napoleone Bonaparte che ha tanto trafugato in Italia, ha fatto un passo indietro davanti a San Gennaro, anzi consigliò al cognato Gioacchino Murat, una volta nominato re di Napoli, di mostrare rispetto, per cui egli decise di donare uno dei pezzi più preziosi del tesoro, ovvero l’ostensorio in argento dorato.
Testimonianza tangibile di questa devozione generale è uno dei pezzi più sensazionali e pregiati del museo, ovvero la collana di San Gennaro, cominciata per volere dei Borbone nel diciassettesimo secolo, ma che ha assunto l’aspetto attuale grazie all’assemblaggio di gioielli donati da re e regine passati per Napoli, nobili e anche persone del popolo. L’itinerario ti lascia sempre più senza fiato fino all’oggetto più prezioso: la Mitra del Settecento, con quasi quattromila pietre preziose tra diamanti, rubini e smeraldi. Qui il mondo sembra fermarsi, di fronte ad una bellezza che supera ogni tempo ed ogni parola.
Il museo è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 16,30, il sabato e nei giorni festivi dalle ore 9 alle ore 17,30.
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