Smaltivano in maniera illegale i rifiuti di uno dei più importanti porti turistici d’Italia. Questa mattina i carabinieri della compagnia di Santa Margherita Ligure, nell’area metropolitana di Genova, hanno eseguito, in collaborazione con i comandi dell’Arma di Genova, Napoli, Caserta, Avellino e Massa Carrara, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari Claudio Siclari, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Nove le persone colpite dal provvedimento, indagate e ritenute responsabili, a vario titolo, dei seguenti reati: attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato in concorso, violenza privata aggravata dal metodo mafioso, omicidio colposo, calunnia, illecita concorrenza con violenza e minaccia e intermediazione illecita di manodopera. Per uno degli indagati sono scattate le manette e la custodia in carcere, mentre per altri sette gli arresti domiciliari; ad una persona è stato fatto divieto di dimora nel comune di Rapallo. Notificati anche avvisi di garanzia ad altre sette persone ritenute, a vario titolo, concorrenti nei reati contestati, tra cui anche tentato omicidio e detenzione illegale di armi da fuoco.
La misura cautelare è stata emessa a carico di sette uomini e due donne, alcuni già con precedenti penali, tra cui imprenditori, avvocati e professionisti nel settore della nautica, ritenuti coinvolti nel trasporto, stoccaggio, gestione e smaltimento illecito di rifiuti relativi alle imbarcazioni distrutte dalla violenta mareggiata che ha colpito il porto turistico di Rapallo tra il 29 e 30 ottobre 2018, quando 435 natanti vennero distrutti o affondati dalle onde. Secondo gli inquirenti un ruolo determinante nell’attività illecita era rivestito da un pregiudicato di origine napoletana che, attraverso metodi mafiosi e millantando contatti con soggetti appartenenti alla camorra e alla ‘ndrangheta, aveva promosso e gestito l’intera filiera illecita, con l’intento di penetrare il tessuto imprenditoriale ligure nel settore della nautica. Le indagini hanno portato alla luce un elaborato sistema di gestione illecita dei rifiuti, non curante del pericolo ambientale connesso all’inquinamento dello specchio d’acqua antistante Rapallo e di due siti di interesse regionale ubicati nella provincia di Massa Carrara. L’importo ricavato dallo smaltimento illecito, secondo quanto calcolato dai militari dell’Arma, supera i 3 milioni di euro, con un movimento e la gestione di circa 670 tonnellate di rifiuti non tracciati.
Oltre alle misure cautelari personali, l’autorità giudiziaria ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca per un totale di oltre 3,6 milioni di euro a carico dei soggetti e delle società coinvolte nell’inchiesta. L’attività dei carabinieri, con il contributo nelle fasi iniziali della capitaneria di porto di Genova, supportata da attività tecniche di investigazione, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica del capoluogo ligure, con il procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio e il sostituto procuratore. Andrea Ranalli.
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