È stato localizzato in Spagna A.T., quarantatreenne originario di Napoli, latitante dall’agosto del 2015, quando era sfuggito alla cattura in un blitz della guardia di finanza di Formia. L’uomo, accusato di traffico internazionale di stupefacenti, è stato individuato dai carabinieri del nucleo operativo di Napoli Bagnoli, coordinati dalla Dda partenopea, nella cittadina di Fuengirola, a pochi chilometri da Malaga, ed è stato tratto in arresto dalla polizia nazionale spagnola. L’intera operazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra autorità iberiche e la divisione Sirene del servizio per la cooperazione internazionale di polizia. È attualmente in corso la procedura di estradizione che, dopo 5 anni di ricerche, espellerà il latitante dalla Spagna consegnandolo alla giustizia italiana.
Proprio lo scorso primo luglio, a Salerno è stato effettuato il più grande sequestro di amfetamine a livello mondiale, maturato nell’ambito di una complessa attività d’indagine delegata al Gico, nei confronti di un’organizzazione con proiezioni internazionali, legata all’Isis e dedita all’importazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Dallo sviluppo degli indizi emersi nel corso dell’investigazione e in particolare da altri sequestri effettuati in precedenza, i finanzieri hanno tracciato 3 container sospetti in arrivo al porto di Salerno, contenenti cilindri di carta per uso industriale e macchinari. Dopo il sequestro, le fiamme gialle hanno trasferito i container in un luogo attrezzato per procedere all’ispezione interna, con l’ausilio di tecnici specializzati e con la preziosa collaborazione della Sezione antifrode dell’Agenzia delle dogane di Salerno. I cilindri di carta, alti circa 2 metri e del diametro di 140 cm – verosimilmente costruiti in Germania – erano stati congegnati in multistrati in grado di celare allo “scanner” il contenuto, riposto negli strati interni, di circa 350 chili di pasticche per ogni cilindro. In totale, sono state rinvenute 14 tonnellate di amfetamine, circa 84 milioni di pasticche, riportanti il simbolo del “captagon” che contraddistingue la “droga della Jihad”.
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