Tumori polmonari e prostatici aggressivi, speranze da nuovo farmaco: la cura presto riproposta per uso clinico
Il nuovo farmaco, trattato in topi con tumori polmonari e prostatici in stadio precoce, ha impedito la trasformazione neuroendocrina e ha potenziato gli effetti di farmaci antitumorali approvati
Un recente studio condotto dall’Associazione Americana per il Progresso della Scienza e pubblicato su Science Translational Medicine ha evidenziato un promettente trattamento per i tumori polmonari e prostatici aggressivi e trasformati. Il farmaco in questione, il selinexor, è stato testato con successo su topi, offrendo nuove prospettive nel campo della terapia oncologica. Il team di ricerca ha individuato un bersaglio terapeutico in una categoria di tumori polmonari e prostatici altamente aggressivi e letali, per i quali le opzioni terapeutiche efficaci erano scarse.
La scoperta rivela anche che il selinexor, già utilizzato e approvato dalla Food and Drug Administration (FDA), per altre patologie, potrebbe sensibilizzare tali tumori alla chemioterapia, riducendo la loro plasticità, e aprendo quindi, nuove possibilità di cura che potrebbero essere rapidamente riproposte per uso clinico. La trasformazione neuroendocrina è un processo che alcuni tumori del polmone e della prostata subiscono, spesso come risultato di una resistenza acquisita alle terapie mirate. Una volta trasformati, questi tumori diventano altamente resistenti ai trattamenti convenzionali, portando a bassi tassi di sopravvivenza nei pazienti.
È interessante notare che i tumori del polmone e della prostata che hanno subito una trasformazione neuroendocrina presentano somiglianze con i tumori a piccole cellule del polmone, anch’essi altamente aggressivi. Basandosi su precedenti scoperte relative ai tumori a piccole cellule del polmone, che dipendono dal trasportatore nucleare exportin-1, il team di ricerca, guidato da Alvaro Quintanal-Villalonga dell’Associazione Americana per il Progresso della Scienza, ha indagato se i tumori neuroendocrini trasformati possedevano una vulnerabilità simile.
Il gruppo di ricerca ha scoperto che, prima della trasformazione, i tumori del polmone e della prostata ospitavano quantità elevate di exportina-1, che gli scienziati hanno collegato all’inattivazione dei geni soppressori del tumore TP53 e RB1. Di conseguenza, i tumori erano insolitamente sensibili al selinexor. Il trattamento con selinexor, in topi con tumori polmonari e prostatici in stadio precoce, ha impedito la trasformazione neuroendocrina e ha potenziato gli effetti antitumorali di farmaci antitumorali approvati, come l’enzalutamide, contro i tumori consolidati trasformati in neuroendocrini. “Sono già disponibili in clinica inibitori sicuri dell’exportina-1, il che potrebbe facilitare la trasposizione del loro approccio per questi tumori maligni difficili da trattare”, hanno dichiarato gli autori.
In conclusione, questa ricerca offre nuove prospettive nella lotta contro i tumori polmonari e prostatici aggressivi, fornendo una possibile combinazione di terapie per migliorare l’efficacia dei trattamenti esistenti e potenziare le possibilità di cura per i pazienti affetti da queste gravi patologie.
Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Visita la nostra Privacy Policy. Accetto