Multato e chiuso il famoso negozio di cravatte Marinella, che da oltre un secolo, con la sua boutique alla Riviera di Chiaia, rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per l’alta moda, l’eleganza e lo stile a Napoli e nel mondo. Nel pomeriggio di ieri, gli agenti della polizia di Stato del commissariato San Ferdinando, hanno fatto irruzione nello storico negozio di cravatte partenopeo per effettuare alcune verifiche sulla regolarità dell’esercizio commerciale. Durante il sopralluogo è così emerso che pochi minuti prima del blitz della polizia la boutique era aperta al pubblico, nonostante le normative anti Covid-19 vigenti nella zona rossa lo vietassero esplicitamente. I poliziotti hanno scoperto che il titolare del negozio aveva venduto più di una trentina di capi di abbigliamento, tra cravatte e sciarpe, a un cliente del noto marchio sartoriale. Le forze dell’ordine hanno così provveduto a identificare e sanzionare sia l’acquirente, in quanto si era recato fuori dal proprio Comune di residenza senza giustificato motivo, sia il patron Maurizio Marinella, per inottemperanza ai decreti anti Covid-19. Oltre alle sanzioni amministrative, al gestore del negozio è stata imposta la chiusura dell’attività per un totale di cinque giorni lavorativi.
Non sarebbe tuttavia l’unica irregolarità di cui si è macchiata l’illustre boutique. Un’inchiesta condotta da Fanpage sui “furbetti” che a Napoli hanno lasciato le loro attività commerciali aperte nonostante le limitazioni imposte nella zona rossa, ha dimostrato la recidività delle azioni illecite compiute dal gestore del negozio e dai suoi dipendenti. Un giornalista della testata online ha infatti dimostrato, con un video “nascosto”, come fosse facile aggirare le restrizioni, e concordare con il rivenditore l’acquisto e il ritiro della merce direttamente all’interno del negozio della Riviera di Chiaia, una cosa “aumma aumma”, come si dice in dialetto napoletano, cioè di nascosto, lontano da occhi indiscreti. E non sarebbe finita qui: per evadere il fisco ed eludere i controlli il venditore non avrebbe battuto lo scontrino fiscale, facendo così risparmiare sull’acquisto della merce il giornalista camuffato da cliente.

Dopo il servizio mandato in onda da Fanpage, che ha creato stupore e indignazione in città, lo stilista partenopeo Maurizio Marinella ha provato a giustificarsi rilasciando alcune dichiarazioni sulle pagine dell’Ansa. Durante l’intervista il patron di uno dei simboli dei salotti buoni della città, ha dichiarato che la situazione per il commercio è diventata insostenibile, soprattutto per molti operatori del settore dell’abbigliamento, e che talvolta è impossibile non incappare in errori e in condotte che possono risultare anche al limite della legalità. Alla fine dell’intervista il gestore del noto marchio si è dunque scusato, promettendo maggiore correttezza, trasparenza e rispetto delle regole. Una promessa che tuttavia, alla luce di quanto accaduto ieri pomeriggio, sembra essere svanita nel nulla.
Sulla vicenda è intervenuto anche Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, che in una lunga missiva indirizzata al Prefetto di Napoli Marco Valentini ha chiesto più comprensione e tolleranza da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli esercizi commerciali aperti. Secondo il presidente regionale dell’associazione di categoria, che salvaguardia gli interessi delle imprese, ci sarebbe grossa confusione tra gli operatori del commercio a causa delle continue normative e indicazioni alle quali adeguarsi. Al termine della lettera Schiavo chiede infine al Prefetto di Napoli di optare per una linea più morbida e comprensiva nei confronti degli esercizi commerciali che non seguono in pieno le regole, evitando, lì dove possibile, nel pieno rispetto delle misure epidemiologiche, sanzioni eccessive e chiusure indiscriminate in un periodo già profondamente segnato dalla grave e drammatica crisi economica.
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