“Era un uomo speciale, che mi ha permesso di ascoltare in esclusiva la sua storia, per dare vita a uno scambio costante ed emozionante di fatti, curiosità e ricordi che ha avuto ragione di esistere fino a poco prima che lui, il mitico Showmen, ci lasciasse”. Così Mario Schiavone descrive uno tra i più grandi artisti del panorama musicale italiano, nella nota dell’autore pubblicata in premessa di A tempo perso suonavo ogni giorno – Franco Del Prete, storia di un batterista fuori dal tempo, Iod edizioni. La biografia dello storico componente del gruppo Napoli Centrale, nato a Frattamaggiore, esce a un anno esatto dalla sua scomparsa, avvenuta a 76 anni per un male incurabile. Il testo, con prefazione di Peppe Lanzetta, rivela la complessità e, al tempo stesso, la fragilità di un “musicista da strada”, autodidatta, cresciuto solo con la madre, che ha preso a morsi la vita e a cui la vita ha restituito tanto, dopo anni di sofferenza. Quando chiediamo a Schiavone il perché Del Prete si definisse un “batterista fuori dal tempo”, lo scrittore risponde: “Perché lui pensava di non essere capace, di non saper fare nulla. Una volta trovata la sua passione, cioè la musica, pensava, quindi, di perdere tempo, perché non era capace anche di suonare. Affermava sempre che ‘avevamo tutte le carte in regola per fallire, non per avere successo’”. Schiavone ricorda il primo incontro con Del Prete: “L’ho conosciuto quattro anni fa, nel laboratorio fotografico di Salvatore Di Vilio: è sua la foto in copertina. Dopodiché ho avuto modo di frequentarlo assiduamente da quando, due anni fa, decise di raccontarmi la sua storia per farne un libro, in occasione dei suoi cinquant’anni di carriera musicale”.
L’infanzia difficile, l’assenza del padre, i sacrifici della madre, il primo sound dei carri armati che “si muovono al tempo dei rintocchi delle campane di paese”, l’amico musicista Gegè, il fratello prete “rock”, il libraio Angelo Foschini, James Senese, Mario Musella, Pino Daniele, gli Showmen e i Napoli Centrale. Tutto è descritto nei capitoli della biografia, dove la storia musicale di Del Prete si alterna con la vita nella sua città. “La madre – prosegue Schiavone – si alzava alle tre di notte per andare al mercatino di Resina a comprare i panni, lavarli, stirarli e rivenderli su una bancarella davanti alla porta di casa. Non c’era speranza. Ecco perché, quando la vita gli ha presentato il conto in positivo, Franco quasi non ci credeva. Si è preso cura della madre, anche quando la patologia di cui soffriva si è aggravata. Del padre non ne parla in maniera cattiva, ma era totalmente assente. C’è un capitolo dedicato a lui impostato tutto sulla negazione: ‘Non mi ha mai coccolato, non mi prese mai in braccio, non mi venne mai a salvare dalle risse’. È un atto di accusa verso il genitore, ma mai spietato e feroce. L’amicizia con Angelo Foschini – storico libraio di Frattamaggiore recentemente scomparso – è nata da una rissa. Si picchiarono a scuola, ma poi si chiesero scusa a vicenda e da allora rimasero sempre assieme. Foschini è stato il punto di riferimento di Franco: non gli consigliava solo i libri, ma al termine di ogni concerto esprimeva il suo parere su cosa fosse andato bene e cosa no”. Parlare di Del Prete significa toccare le note dei rapporti con i suoi compagni di viaggio musicali, a partire da James Senese. “Un rapporto di amore e odio – afferma Schiavone – James è la persona che più ha stimolato Franco dal punto di vista musicale, ma fra di loro ci sono stati anche scontri: lo si può leggere nel capitolo Gli assalti di James Senese, eterno fratello. Si sono avvicinati e allontanati di continuo durante la loro carriera, fino a poco prima che Franco morisse. Ma al suo funerale James c’era. Su Mario Musella, invece, c’è una storia che riguarda un sogno di Franco in cui parlano della loro vita, di musica. Musella era un gigante, Franco e James se n’è accorsero quando formarono gli Showmen 2, ma non lui c’era più: le case discografiche non accolsero il loro disco e il gruppo si sciolse subito. Infine, la collaborazione con Pino Daniele, che va a trovarli e suona con loro come bassista, per poi prendere la sua strada. Per Franco e James – conclude Schiavone – è stato un incontro molto spontaneo e umano”. A tempo perso suonavo ogni giorno – Franco Del Prete storia di un batterista fuori dal tempo è in uscita nelle librerie a metà febbraio, mentre è già online sul sito www.iodedizioni.it.