Angelo Foschini non ce l’ha fatta: lo storico libraio di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, si è spento oggi a quasi 76 anni, che avrebbe compiuto tra due giorni. L’intera comunità frattese si è stretta in lutto in queste ore attorno ai suoi familiari, in particolare al fratello Raffaele, alla sorella Antonietta e ai suoi tre figli Chiarastella, Mariantonietta e Antonio. La sua scomparsa arriva due anni dopo quella della moglie, Giuseppina Bencivenga. Angelo è stata una tra le personalità più apprezzate e stimate in città e la sua scomparsa ha generato forte commozione tra tutte quelle persone, amanti della cultura, della letteratura e della conoscenza, che in questi anni hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di incrociare il suo sguardo profondo e severo tra i volumi e le enormi pile di libri custoditi nella sua piccola e accogliente liberia. Era il lontano 1968 e Angelo, col sostegno e il supporto della sua famiglia, fondò la storica libreria Foschini, che divenne ben presto un punto di riferimento culturale imprescindibile per tutti i frattesi, i quali hanno comprato qui i libri e i testi che li hanno formati e accompagnati durante tutti gli studi. Dopo quasi 53 anni di ininterrotta attività la piccola libreria è ancora lì al suo posto, su corso Durante al civico 245, a rappresentare fieramente l’ultimo baluardo delle piccole attività che resistono alle catene della grande distribuzione.
La sua memoria è stata affidata alle parole della figlia Chiarastella Foschini, che lo ha voluto salutare con un commovente post su Facebook, ricordando quanto il padre si fosse speso per insegnare ai propri figli i valori imprescindibili della solidarietà, dell’uguaglianza e della giustizia sociale, stelle comete di un’umanità rinnovata, che non s’arrende di fronte alle ingiustizie e che analizza la realtà con senso critico. A casa Foschini, ricorda con commozione la figlia, non mancavano mai i giornali progressisti quali L’Unità e il manifesto, così come si discuteva delle figure di giornalisti del calibro di Luigi Pintor, Lucio Magri, Rossana Rossanda e Norma Rangeri. Ogni film visto in casa era inoltre accompagnato dall’occhio critico dei dizionari del cinema Morandini e Mereghetti. Una vita, quella di Angelo, spesa credendo fermamente nei suoi ideali, impegnato sempre nel diffondere cultura e conoscenza tra le giovani generazioni come se fosse una missione.
“Sapevo che te ne saresti andato quando poche settimane fa mi hai detto che non potevi più leggere. Le parole ti si paravano davanti in tutta la loro chiarezza, ma tu non potevi comprenderle. La malattia si è insinuata lenta e strisciante, invisibile. Ha giocato a nascondino con tutti noi per anni. Ti precedeva e ti privava della finita normalità del gesto. Infine è arrivato un vuoto di nebbia tra le parole e il pensiero”: queste le parole piene di commozione e di dolore che la figlia Chiarastella ha voluto regalare al padre prima di consegnargli l’ultimo saluto di una vita, quella di Angelo, spesa per i figli e per i nipoti a “pane e comunismo”, come ella stessa ha voluto nostalgicamente ricordare.

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