Sono considerati i responsabili del tentato omicidio dell’imprenditore Domenico Chiavazzo, Alfonso Mazzella, 34 anni, e Nicola Liguori, 28, i due pluripregiudicati residenti a Pagani tratti in arresto tra il 30 e il 31 maggio. A carico dei due pendono, oltre all’imputazione per tentato omicidio, l’accusa di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e l’aggravante del metodo mafioso, suggerita sia dalle modalità d’azione sia dalla chiara volontà di favorire i clan camorristici a cui entrambi sono ritenuti vicini. Il provvedimento di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno lo scorso 30 maggio, arriva al termine di una complessa attività di indagine portata avanti dal locale nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri e del reparto territoriale di Nocera Inferiore. La sera del 25 maggio i due, a bordo di una moto di grossa cilindrata, hanno teso un’imboscata a Chiavazzo che, in quel momento, si trovava al volante della propria auto nel territorio di Angri. Affiancata la vettura dell’imprenditore, Mazzella e Liguori hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco con una pistola 357 magnum, avendo il chiaro intento di uccidere il loro bersaglio. L’uomo era stato raggiunto da tre proiettili sul lato sinistro del corpo, all’avambraccio, alla spalla e nella regione posteriore della coscia.
Chiavazzo, resosi conto della situazione di pericolo, ha reagito schiacciando la moto in corsa contro il guardrail, disarcionando i due assalitori i quali, nonostante le ferite riportate nella caduta, riuscirono a darsi alla fuga a piedi. Il malcapitato, scampato fortuitamente alla morte, è stato trasferito presso l’ospedale San Paolo di Napoli e sottoposto a un intervento chirurgico, per essere poi giudicato guaribile in trenta giorni dal personale medico.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il tentato omicidio è inquadrabile in un tentativo di estorsione ai danni dell’imprenditore, in un quadro di interessi economici di matrice camorristica dei sodalizi egemoni a Pagani e Angri. Per Mazzella le manette sono scattate la sera del 30 maggio. Espletate le formalità di rito, il trentaquattrenne è stato scortato presso il carcere di Salerno-Fuorni. Liguori, invece, tratto in arresto il giorno successivo a seguito di assidue ricerche, si trova tuttora piantonato in attesa di operazione chirurgica presso l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, dove è stato ricoverato per le importanti lesioni riscontrate dai militari al momento del fermo, risultate compatibili con le dinamiche dell’agguato.
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