Una nuova serie di contagi che, pochi giorni dopo l’inizio della Fase 2, mette in allarme cittadini e istituzioni. È quanto sta accadendo in queste ore ad Ariano Irpino, città già colpita pesantemente, nei mesi scorsi dall’epidemia di Coronavirus: più della metà dei contagi registrati in questi giorni nell’intera Campania, infatti, provengono dall’area del Comune irpino. Dati che, pur non essendo ancora indicativi, hanno messo in atto una catena di verifiche da parte delle autorità preposte. “Abbiamo un piccolo problema che dobbiamo ancora risolvere ad Ariano Irpino – ha dichiarato il presidente Vincenzo De Luca in un videomessaggio – l’altro giorno abbiamo avuto 21 contagi, 12 di questi contagi nell’aria di Ariano. In quest’area stiamo facendo migliaia di tamponi, quindi dobbiamo capire – ha continuato – se sono residui dei vecchi contagi, Ariano è una delle zone messe in quarantena in Campania, o sono casi nuovi. Vedremo in queste ore con gli epidemiologi di analizzare uno ad uno i dodici casi positivi di Ariano. Ci auguriamo – ha concluso – di non dover prendere decisioni restrittive”.
L’Asl di Avellino ha tenuto a specificare che, almeno per il momento, non si registrino focolai attivi sul territorio del Comune di Ariano Irpino e che i casi emersi siano da ritenersi una “coda di contatti di casi positivi”, frutto dell’azione di ricerca di persone infette portata avanti dall’azienda e dal piano di campionamento promosso dalla Regione Campania, condotto con il supporto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. Queste estese campagne di screening, che hanno come obiettivo il contenimento del contagio, porterebbero infatti, secondo l’Asl di Avellino, a una maggiore emersione di casi asintomatici. La zona rossa di Ariano Irpino, istituita dalla Regione il 15 marzo, era stata “liberata” dopo 38 giorni di isolamento forzato solo lo scorso 24 aprile. Motivo della drastica decisione era stato il focolaio venutosi a creare nell’ospedale cittadino. Il Coronavirus si era diffuso prima all’interno del Frangipane, poi al resto del paese, attraverso le persone che sono venute a contatto con il personale sanitario. A complicare le cose si era aggiunto, a fine marzo, un secondo focolaio, nato nel centro per anziani Minerva.
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