Arriva oggi nei cinema italiani, distribuito da Vision in ben centodieci copie, Il ladro di giorni, terzo lungometraggio da regista di Guido Lombardi, il quarantacinquenne cineasta napoletano già vincitore nel 2011 alla Mostra di Venezia del premio per la miglior opera prima, con Là-bas-Educazione Criminale. Stavolta, Lombardi sceglie di raccontare la storia di un complicato rapporto padre-figlio, dal punto di vista di un ragazzino di undici anni. Lasciandolo e riprendendolo tra un progetto e l’altro, l’autore ha lavorato a questo intenso racconto di crescita per quasi quindici anni, fin da quando scrisse il soggetto cinematografico premiato col Solinas nel 2007 e poi sviluppatosi nella sceneggiatura del film e diventato anche un bel romanzo, pubblicato nei mesi scorsi da Feltrinelli (288 pagine, 16 euro).
Il film, come il romanzo, narra la vicenda di Salvo, undici anni, un ragazzino che dopo l’arresto del papà e la morte della mamma vive con gli zii in Trentino già da qualche anno. Il giorno della sua Comunione, mentre gioca a pallone con gli amici, compare inaspettatamente a bordo campo un uomo, il padre Vincenzo, appena uscito di prigione, dove ha trascorso gli ultimi sette anni, fin da quando due carabinieri lo portarono via all’improvviso, arrestandolo, proprio mentre era in spiaggia col figlioletto, nei pressi della loro casa in Puglia. Vincenzo dice di voler trascorrere qualche giorno con Salvo e parte con lui verso il Sud. Durante questo viaggio attraverso l’Italia, scandito da molti incontri e ricordi, il ragazzino impara a conoscere il padre, ma si trova anche a dover fare i conti con i segreti del suo passato criminale.
Nei ruoli di Vincenzo e Salvo recitano un ottimo Riccardo Scamarcio e il sorprendente esordiente Augusto Zazzaro, scoperto dal regista quando aveva quasi terminato le centinaia di provini per quel ruolo così delicato e importante per il film. “Riccardo – racconta Guido Lombardi – s’è convinto po’ alla volta, quando s’è reso conto che gli piaceva il personaggio di Vincenzo e ha compreso quanto fosse nelle sue corde. Per me, si tratta dell’attore ideale, perché possiede anche l’ironia necessaria per rendere credibili i momenti più leggeri di un viaggio padre-figlio che assume a volte tratti picareschi, ma spesso anche altri decisamente più drammatici. Per quanto riguarda il piccolo Augusto, invece, è stato davvero l’ultimo bambino al quale feci il provino a Napoli, dopo averne incontrati a centinaia tra Bari, la stessa Napoli e Roma. L’ultimo giorno, in realtà lui accompagnava un amico ma vedendolo lì feci il provino anche a lui e ne rimasi subito conquistato. Poi, in seguito, ho scoperto che abitava al Vomero, a poche centinaia di metri da casa mia“.
Il ladro di giorni è un film intenso e coinvolgente, ottimamente scritto e girato, retto quasi completamente sulla notevole chimica instauratasi tra Scamarcio e Zazzaro, capaci di tratteggiare con mille sfumature i personaggi di un uomo-bambino incapace di prendersi le proprie responsabilità e ammettere i propri errori e di un ragazzino cresciuto col trauma dell’abbandono da parte del suo adorato papà. Scritto dal regista assieme a Marco Gianfreda e Luca De Benedittis, prodotto da Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Gaetano Di Vaio per Indigo e Bronx con Rai Cinema e Minerva, girato tra Trentino (Trento e Riva del Garda), Cilento (Marina di Camerota) e Puglia (Bari e Gravina), il film è arricchito dalla presenza nel cast di altri interpreti di ottimo livello, a partire da due attori di rango come Massimo Popolizio e Carlo Cerciello; e, inoltre, da Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Rosa Diletta Rossi, Leandra Concetta Fili, Katia Fellin, Mily Cultrera di Montesano, Christoph Hulsen, Giuseppe Cristiano, Michele Capuano. Tra i punti di forza dell’opera, poi, spicca certamente la capacità del regista di tenere assieme i differenti piani temporali del racconto, che si sviluppa in modo fluido e avvincente tra il presente del viaggio Nord-Sud e i numerosi flashback capaci, pian piano, di andare a comporre un autentico puzzle narrativo e visivo. Evocative, infine, sono anche la fotografia di Daria D’Antonio e la colonna sonora originale di Giordano Corapi, con quattro canzoni scritte assieme ad Alessandro Nelson Garofalo.
“Con questo film – spiega Lombardi – ho voluto raccontare un incontro, tra un bambino che muove i primi passi nel mondo e un uomo che vi ritorna dopo anni di carcere; tra un figlio che ha quasi dimenticato di avere un padre e un padre che stenta a riconoscere in quel bambino suo figlio. Come all’inizio di ogni storia d’amore, i due diffidano l’uno dell’altro. E decidere di fidarsi è un atto di coraggio, come quello di un tuffatore che si lancia nel vuoto. Quel coraggio che, da buon guascone, Vincenzo cerca d’insegnare a Salvo, ritrovandosi, invece, a prendere lui lezioni dal figlio, a scoprirsi lui il bambino tra i due. Il ladro di giorni è anche un viaggio nel passato criminale di Vincenzo, alla ricerca dell’uomo misterioso che lo ha tradito anni prima, condannando lui e suo figlio alla lontananza. È un istinto potente la vendetta, capace di annebbiare la vista, di trascinarti nei giorni perduti, rubati all’amore, oscurando quella speranza che ha appena ricominciato a brillare. Ed è così tanto il desiderio del piccolo Salvo di essere amato da quel padre sconosciuto, che anche lui – conclude il regista – si ritrova a camminare lungo l’esile confine che separa il bene dal male, i buoni dai cattivi. Fino all’attimo in cui Vincenzo decide di diventare finalmente un uomo“.
Guido Lombardi, nato a Napoli nel 1975, è uno sceneggiatore, scrittore e regista italiano. Laureato in Sociologia presso l’Università “Federico II”, ha collaborato, tra gli altri, con Abel Ferrara e Paolo Sorrentino. Ha esordito alla regia con un cortometraggio di finzione, Vomero Travel, prodotto da Nicola Giuliano e Gaetano Di Vaio e presentato alle Giornate degli autori della 67esima Mostra del Cinema di Venezia. È stato uno tra i registi del film collettivo Napoli 24, visto al Torino Film Festival nel 2010. Il suo primo lungometraggio, Là-bas – Educazione Criminale, è stato proiettato nel 2011, alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito della Settimana internazionale della critica, aggiudicandosi il Leone del Futuro – Premio Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, oltre al Premio del pubblico quale miglior film della Settimana della critica. Nel 2013 Take Five, suo secondo lungometraggio, è stato presentato in concorso al Festival di Roma. Nel 2017 ha firmato l’episodio Nino e Yoyó, che ha per protagonista Gianfelice Imparato e fa parte del film collettivo Vieni a vivere a Napoli. Lombardi ha scritto anche i romanzi biografici Non mi avrete mai (con Gaetano Di Vaio), pubblicato da Einaudi nella collana Stile Libero nel 2013, e Teste matte (con Salvatore Striano), pubblicato da Chiarelettere nel 2015. Il romanzo Il ladro di giorni, tratto dallo stesso soggetto dal quale s’è poi sviluppato il film, è stato pubblicato da Feltrinelli nell’aprile 2019.