Continua l’azione dei carabinieri del gruppo forestale di Avellino, costantemente impegnati in servizi di controllo del territorio finalizzati a garantire sicurezza e rispetto della legalità. Nelle ultime ore i militari hanno così proceduto a controllare esercizi commerciali, ma hanno anche presieduto zone a rischio incendio, come i boschi. In particolare, i carabinieri della stazione forestale di Forino, a seguito di controlli finalizzati alla repressione delle pratiche di incendio dei residui vegetali e forestali, in un periodo di massima pericolosità, hanno denunciato in stato di libertà un cinquantenne che, all’interno del suo terreno ubicato nel comune di Montoro, ha illecitamente smaltito, attraverso il modus operandi della combustione, alcuni dei residui derivanti dalla pulizia del fondo agricolo. Nel comune di Serino, invece, i militari della locale stazione forestale, in seguito a controlli inerenti al commercio ambulante di prodotti alimentari e al rispetto delle normative vigenti circa l’emergenza sanitaria Covid-19, hanno provveduto a emettere sanzioni amministrative per un totale di circa 1.000 euro. Dalle verifiche, eseguite unitamente a personale dell’Asl, è emerso che un commerciante non applicava le misure di prevenzione organizzative tali da evitare assembramenti di persone, motivo per cui si è proceduto alla sospensione dell’attività. Inoltre, essendo vietata la commercializzazione di funghi, in assenza della prevista autorizzazione amministrativa e tracciabilità dei prodotti alimentari, un grosso quantitativo è stato dapprima sottoposto a sequestro amministrativo e poi distrutto, secondo le vigenti normative.
Sempre nell’Avellinese, nelle scorse settimane, i carabinieri hanno compiuto interventi di controllo presso le aziende del polo conciario di Solofra, nell’ambito di un’operazione dedita all’individuazione dei potenziali fonti di inquinamento del torrente Solofrana, denunciando in stato di libertà alla Procura della Repubblica del capoluogo irpino i rappresentanti legali di due aziende. Gli illeciti riscontrati riguardano gli scarichi delle acque reflue industriali, illegalmente eseguiti mediante immissione diretta nel letto del torrente, e l’omessa esecuzione dei lavori di realizzazione della pompa che, secondo la normativa, avrebbe dovuto essere utilizzata, per la laminazione e la filtrazione delle acque di scarto, prima dello scarico nelle acque dell’affluente.
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